Centurion - Peggio della Corea, del dentista Pak Doo-Ik, del disgraziato '66. "È stata una delle serate più brutte, nessuno si sarebbe aspettato un Mondiale così e che l’Italia finisse ultima nel girone, sapevamo che vincere il Mondiale sarebbe stato molto difficile, ma la speranza era di andare avanti. Come la Corea? Questa è una sconfitta peggiore". Il capitano dell’Italia, Fabio Cannavaro, non cerca alibi. "È difficile spiegarlo, siamo passati da campioni del mondo a essere eliminati al primo turno, forse abbiamo vinto il Mondiale in età troppo avanzata e non abbiamo potuto riproporre la stessa squadra, come ha fatto la Spagna dopo aver vinto l’Europeo. Il mister ha cercato dei cambi anche rispetto alla Confederations Cup dello scorso anno e di portare qualcosa di nuovo, ma non è andata bene" spiega il capitano azzurro il giorno dopo l’uscita dal Mondiale.
Il capitano si difende "Dobbiamo voltare pagina tutti, se restiamo a questo punto ci mettiamo altri 26 anni a vincere un Mondiale e l’Italia non può permetterselo" continua il capitano azzurro. "Fenomeni in giro non ne vedo. Rispetto Cassano, ma con lui abbiamo fatto due Europei e non li abbiamo vinti. Balotelli? Deve ancora affermarsi. I Totti e i Del Piero non ci sono". Poi torna sulla serata maledetta: "Non mi vergogno di dire che ieri ho pianto, dopo 14 anni di azzurro. Ma nulla potrà mai cancellare quello che abbiamo fatto nel 2006, perché se questa maglia azzurra è più pesante è perché la quarta stella ce l’abbiamo messa noi". E sulla situazione generale del nostro calcio è drastico: "Le polemiche politiche? Ogni Paese ha i suoi problemi. Pensiamo piuttosto a risolvere i nostri problemi: è l’ora di tracciare una linea e dire, da qui si riparte. Se restiamo dove siamo, è finita".
Abete non rinnega Lippi "Ho fatto una scelta che è quella di Marcello Lippi che non rinnego". Così il presidente della Figc Giancarlo Abete il giorno dopo l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali in Sudafrica. "La gratitudine resta e non verrà mai meno. Il mondo del calcio non cambierà mai il mio modo di essere. Non farò il volta gabbana. Abbiamo la necessità assoluta di una ripartenza, noi non possiamo intristirci ma abbiamo il dovere e l’obbligo di ripartire. Questo dovere - spiega Abete - richiede assunzione di responsabilità e condivisione di responsabilità. Si riparte, al di là del risultato fortemente negativo, abbiamo il dovere in quanto federazione di farlo".
No alle dimissioni "Non vedo il legame tra la nomina di Marcello Lippi e le mie dimissioni". Il presidente della Figc non ha intenzione di lasciare il suo incarico. "Farò tutto quello che è utile per il calcio italiano come penso di aver fatto, sbagliando anche alcune volte, ma in buona fede. Non sono persona legata alla logica della poltrona. Rispondo con serenità in primis alla mia coscienza, alla base che mi ha eletto e alla responsabilità di far ripartire il sistema calcio. Se il problema delle dimissioni è legato alla scelta di Lippi, non si pone perché l’individuazione del commissario tecnico è una scelta legittima del presidente federale" ha ribadito Abete.
Ripartire con Prandelli "C’è grande tristezza, ma abbiamo l’obbligo di ripartire, il primo luglio presenteremo il nuovo ct Cesare Prandelli", ha continuato Abete. "Bisogna avviare - ha aggiunto il numero uno della Federcalcio - una riflessione sulla crisi strutturale del calcio italiano". Il nome dell’ex tecnico della Fiorentina era stato annunciato prima del Mondiale.
"Prandelli è stato scelto non per il suo carattere ma per il tasso tecnico, per la capacità di lavorare con i giovani e di essere in una piazza come Firenze un punto di riferimento. L’obiettivo con Prandelli ct è quello di fare un operazione di lungo periodo e come è noto il suo sarà un contratto quadriennale, quindi finalizzato al prossimo Mondiale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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