Cannavaro: "Ci hanno fatto mangiare pane e veleno"

"Per me, Capello ed Emerson è stata durissima, ma adesso sto da re. Cassano dovrebbe tornare in Italia, Kakà prima o poi verrà a Madrid"

Cannavaro: "Ci hanno fatto mangiare pane e veleno"

Madrid - Caro Cannavaro, campione di Spagna, ma cosa ha combinato domenica notte con quella bandiera italiana su cui era disegnato un fascio?
«Non scherziamo: son passato sotto la curva degli ultrà, mi hanno dato il tricolore, l’ho preso al volo, ho scoperto che c’era quel disegno e l’ho arrotolato. Sono andato anche in tv, da Sky, a chiarire l’equivoco».
Adesso è pronto a tornare in Italia?
«In Spagna sto da re, la mia famiglia vive benissimo, io gioco nel Real Madrid il club numero uno al mondo, vorrei vincere la prossima Champions, l’unico trofeo che manca al mio appello. Dovrei tornare per comodità, ma dove? Sul Napoli non voglio fare pressioni, è giusto che vadano avanti per la loro strada. Il Milan non mi ha mai cercato, ho un contratto col Real non con Capello».
E la Juve?
«Ho lasciato a Torino molti amici ed eccellenti rapporti. Avevo anche pensato, un giorno, di portare il Pallone d’oro davanti ai tifosi della Juve: ho preferito evitare polemiche».
Buffon è rimasto: ci vuole coraggio o cos’altro?
«Giusto così, è un segnale molto forte, della società e anche di Gigi che ha evitato di finire all’Inter, con tutto quel che sarebbe seguito, dimostrando un amore speciale nei confronti della Juve».
Che differenza c’è tra calcio italiano e spagnolo?
«Qui si corre tanto e c’è maggiore qualità, più rivali in grado di vincere il titolo. Le differenze sono la mentalità e l’educazione: in una sola partita ci sono stati incidenti».
È stato pesante portare in giro il Pallone d’oro?
«Pensano che sei diventato Superman e che devi fare 100 gol anche se fai lo stopper. Ho sofferto tante critiche, ho mangiato pane e veleno tutti i giorni. Io, Capello ed Emerson. Abbiamo giocato male, questo è stato il nostro difetto. Il mister ha patito il fatto d’essere stato trasformato in un cartone animato, il puma cambierà aria, ma non andrà al Milan».
A chi daresti il prossimo Pallone d’oro?
«A Kakà. Da solo si è messo il Milan sulle spalle e l’ha portato ad Atene. Ha vinto partite fondamentali, ha fatto gol decisivi contro squadre di rango. Qui lo cercano, prima o poi lo raggiungeranno, penso».
C’è la questione Totti aperta in Nazionale: da capitano degli azzurri cosa pensi?
«Non voglio giudicare nessuno ma dev’esserci chiarezza. Ciascuno faccia la sua scelta, ma la faccia in modo definitivo: finora non c’è stata da parte di Francesco e di Nesta. Io non condivido la rinuncia alla Nazionale».
E sul campionato italiano che partirà il 26 agosto?
«Avrei da ridire sugli orari: si può giocare il 16 agosto ma non alle 15 del pomeriggio. Così come giocare il 16 dicembre alle 21 di sera è una follia».
Ronaldo è partito, Cassano è sparito dalla festa, Lippi non allena ancora. Cosa ne pensa?
«Ronie è partito perché Capello faceva giocare solo Van Nistelrooy, Cassano si sta perdendo, da 3 anni non gioca, se non recupera finisce male, qui non si è integrato, deve tornare in Italia. Lippi sta bene così, ha una barca nuova, se la gode».
Quanti scudetti hai vinto, caro Cannavaro?
«Zambrotta mi ha spedito un sms: goditi il tuo primo scudetto. Sfotteva. Sono tre in verità. Nessuno mi ha regalato niente, anzi chiedo: si può far qualcosa per farmeli restituire? Rossi e compagnia hanno agito con molta fretta.

Se pensate che io e Emerson abbiamo vinto a Madrid, Ibra e Viera con l’Inter e la Juve in B con la pipa in bocca, qualcosa vorrà dire».
Quali sono i giocatori più forti con cui ha giocato?
«Buffon e Ibrahimovic».
Perché ha vinto il Real Madrid?
«Perché il Barcellona ha buttato via il campionato».

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