Berlino - Proteste dei telespettaori, commenti indignati dei giornali, interrogazioni in Parlamento. La Germania è sotto shock per un’intervista andata in onda lunedì sera su Rtl, emittente commerciale, nell’ambito di Extra Spezial, un programma specializzato in fattacci di cronaca nera offerti al pubblico con il pretesto di capire meglio la psiche umana, investigando sugli aspetti scabrosi della quotidianità. Ma in realtà sia gli ospiti sia gli avvenimenti vengono selezionati con la segreta aspirazione di soddisfare i gusti morbosi dei telespettatori per alzare l’audience.
Questa volta, però, il programma ha esagerato collocando al centro del servizio-inchiesta un’intervista con uno dei personaggi più raccapriccianti e sconcertanti della storia criminale: Armin Meiwes, il cannibale di Rotenburg. Per gli appassionati di questo genere ricordiamo che Meiwes è quel personaggio che la sera del 10 marzo del 2001 uccise e divorò un ingegnere berlinese conosciuto attraverso i messaggi criptati che i cannibali si scambierebbero attraverso internet. A rendere la storia ancora più macabra e incredibile è il fatto che la vittima, Bernd Brandes, di 37 anni, anche lui antropofago, era pienamente consenziente, come dimostra un video girato dai due la sera del massacro e del «festino». Un video di quattro ore che per fortuna il programma ha risparmiato ai telespettatori. Ma i giudici che lo hanno visto per dovere professionale hanno detto di essersi sentiti male per l’orrore e il disgusto.
In una scena, secondo il loro racconto, si vede Meiwes che colpisce con un coltello da cucina la sua vittima dopo averla anestetizzata con abbondanti dosi di sonnifero. E in un’altra, la più terribile, si vede Meiwes che si ciba, dopo averli cucinati, degli organi genitali della sua vittima agonizzante. Le telefonate di protesta sono incominciate a fioccare quando il mostro di Rotenburg (Rotenburg è il paese dove avvenne il fatto) è apparso sul video intervistato nel carcere di Kassel, dove sconta una condanna all’ergastolo.
Sembra un uomo normale, 45 anni, sorridente, gentile, disteso, vestito con cura. Ma appena apre bocca, appare il mostro. Raccontando di quella sera, ha detto di aver provato una grande felicità, una sensazione di sollievo perché finalmente era riuscito a soddisfare un desiderio che lo tormentava fin dall’infanzia: «Al primo boccone ebbi una sensazione strana» perché «attendevo da 30 anni quel momento». Quanto alla sua vittima, delle cui carni congelate si è cibato per un mese, ha detto: «Non ho nessun rimorso perché è ciò che lui voleva e mi fa piacere sapere che adesso è parte di me». I primi sintomi della sua diversità, ha raccontato, li notò fin da bambino quando la mamma gli leggeva Hansel e Gretel, trovando particolarmente «interessante quando Hansel deve essere mangiato». «Quelle fiabe piene di mostri che mangiano i bambini anziché spaventarmi mi eccitavano», ha confessato Armin Meiwes.
L’intervistatore gli ha chiesto com’è la carne umana. «Come quella di maiale, un po’ meno saporita, ma più sostanziosa e buona davvero». Frasi da brivido. Come quando il mostro, sempre con tono pacato, quasi normale, ha raccontato che solo in Germania ci sono almeno 10mila persone come lui, in cerca di occasioni per cibarsi di carne umana. «Il desiderio è talmente forte che alcuni accettano di sacrificarsi per soddisfare la voglia di altri, come è avvenuto nel mio caso».
Internet è il mezzo usato per riconoscersi e contattarsi. Alla trasmissione è intervenuto anche uno psichiatra, il professor Michael Beier dell’ospedale Charité di Berlino, che si è occupato di cannibalismo.
Con molta lealtà ha ammesso che la scienza ne sa ancora molto poco di questa degenerazione della psiche umana. «Purtroppo ciò che sappiamo - ha detto - è solo che i cannibali esistono e si presentano come individui del tutto normali». Sono state le ultime parole del programma, le più scioccanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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