"Canto amore e donne. Il ritiro? Mai pensato. I miei concerti sono pieni di bambini"

Nel nuovo brano riferimenti alla violenza. "In gara a Sanremo? Se trovo il pezzo giusto..."

"Canto amore e donne. Il ritiro? Mai pensato. I miei concerti  sono pieni di bambini"

Orietta Berti, non ha mai pensato al ritiro?

«Mai».

Dopo quasi sessant'anni di carriera.

«Ma no, potrei anche non fare dischi o spot pubblicitari, ma senza pubblico non potrei stare. Fare concerti d'estate è bellissimo, senti il calore della gente».

Tutti coetanei magari.

«Ma figurarsi, sono pieni di bambini nelle prime file, vengono, chiedono foto e conoscono le mie canzoni a memoria».

Orietta Berti, nata Galimberti nel 1943 due mesi prima di Mick Jagger degli Stones, è più impegnata di un amministratore delegato. È uscito il video de Il coraggio di chiamarlo amore (da un cofanetto kolossal con 6 dischi di cui parlerà dopo), gira uno spot dopo l'altro, fa concerti e pubblica pure libri: «Quello sulla cucina è piaciuto molto, ci sono le mie ricette di famiglia, come le tagliatelle tricolori del 25 aprile che preparava mia nonna con gli spinaci e le rape rosse, ora le vendono già fatte». Insomma, a 79 anni vive la sua seconda gioventù, che poi è la prima per chi l'ha conosciuta con Mille di fianco a Fedez e mica c'era quando lei cantava E lui pescava a Canzonissima del 1972.

Oggi forse è più impegnata di allora.

«Ogni tanto il mio manager Pasquale mi chiede: ma come fai?».

Il brano Il coraggio di chiamarlo amore parla di violenza fisica, psicologica e sociale sulle donne. Le è mai accaduto?

«Mai, sono stata molto fortunata. Ho avuto molto rispetto e nessuna avance pericolosa. Negli anni Sessanta avevo discografici gay, mi mandarono a scuola di trucco e parrucco perché, dicevano, una star deve sapersi truccare da sola».

Quando?

«Direi intorno al 1963. Quando cantai Io ti darò di più nel 1966 mi mandarono a farmi la piega da Vergottini, quelli del caschetto della Carrà».

Le regine erano Mina, Vanoni, Zanicchi e Berti.

«Per Mina mi tolgo il cappello. Magari anche io prendo le sue stesse note, ma ho meno vigore».

Vanoni?

«Non voleva farsi fotografare con me perché diceva che ero troppo colorata. L'altro giorno mi ha telefonato: Ma quanti soldi guadagni con tutta questa pubblicità?».

Zanicchi.

«Mi ha chiamato pochi giorni fa, era caduta dalle scale. Anche io cado spesso. Quando hai i tacchi, stai attenta. Ma senza tacchi no, e allora cadi. Nel video di Mille con Fedez e Achille Lauro avevo la caviglia fasciata per una caduta. Lo sa che Fedez mi chiama spesso? A Pasqua mi ha mandato un uovo e tanti cuoricini».

E Lauro?

«Beh adesso è in giro per il mondo. Lui mi spedisce i suoi cosmetici, mi piace molto l'ombretto Maleducata».

È stata opinionista al Grande Fratello Vip e forse tornerà. Un ritorno anche a Quelle brave ragazze con Maionchi e Milo su Sky?

«Certo che tornerei, mi sono divertita, avrei ancora da raccontare tanti aneddoti».

È vero che alla sera si lava tutti i vestiti utilizzati nella giornata?

«Sì anche le scarpe e le valigie. Me lo ha insegnato la mia mamma. Durante Quelle brave ragazze la Maionchi mi urlava dall'altra stanza basta con tutta quest'acqua che scorre, sprecona!».

È nata a Cavriago in provincia di Reggio Emilia, paese così di sinistra che c'è pure uno dei pochi monumenti dedicati a Lenin. Cosa pensa di Elly Schlein?

«Il suo arrivo è molto positivo per la politica e per la figura della donna che ha ancora tanti pregiudizi intorno a sé».

Li canta nelle nuove canzoni del cofanetto La mia vita è un film.

«Il prossimo singolo sarà Diverso, dedicato ai ragazzi e alle ragazze abbandonate dai genitori perché gay. Ce ne sono tantissimi! Ma come si fa? Neanche le bestie abbandonano i loro cuccioli. Invece il singolo uscito adesso, Il coraggio di chiamarlo amore con il video dei Sugarkane, avrebbe dovuto essere in gara a Sanremo. Ma poi anche Amadeus mi disse: Torni dopo tanti anni, canta qualcosa di allegro».

Tornerebbe a Sanremo in gara?

«Certo che sì, ma con la canzone giusta. Ne ho parlato con Hell Raton, magari me lo compone lui con la sua squadra».

E tormentone estivo?

«Il mio manager ha tante idee, magari arriva qualcosa, ma adesso non so nulla».

Lei sbaglia spesso i nomi.

«Eh lo so, forse li storpio perché sono troppo veloce. Dopo aver chiamato naziskin i Maneskin, il mio manager mi ha chiamato in camera per dirmi: Ma cosa hai combinato?. Argentero lo chiamo sempre Formentero».

Pensi che problemi se avesse un amante.

«Per fortuna alla mia età non ho più questo problema...»

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