Arriva in libreria Questo amore. Il sentimento misterioso che muove il mondo (Mondadori - Rai Eri, pagg. 340, euro 19,50) l’ultimo libro di Bruno Vespa (nella foto) di cui presentiamo alcuni stralci relativi agli «amori» - rigorosamente al plurale, perché, come scrive l’autore, «nell’arco dei suoi sessant’anni di vita sessuale Berlusconi non è mai stato monogamo» - del presidente del Consiglio. Ieri su Giornale abbiamo pubblicato alcuni brani dal capitolo «Primo amore. I ricordi» sulle esperienze di gioventù di politici come Angelino Alfano, Rosy Bindi, Stefania Prestigiacomo e molti altri.
E Berlusconi disse: «Ecco il vero letto di Putin»
«Vuole vedere il letto di Putin?». Silvio Berlusconi si alza da tavola e mi accompagna nello spazioso spogliatoio che introduce nella sua camera da letto a palazzo Grazioli. «Eccolo». È un piccolo dipinto rettangolare, verosimilmente dell'Ottocento russo, che mostra una stanza dominata da un solenne letto a baldacchino, piuttosto alto e con le spalliere decorate. «L'ho fatto vedere a un mio amico architetto, ora purtroppo scomparso, e lui mi ha detto: “Non mi piace. Adesso te ne regalo uno io”». Fa ancora due passi ed entriamo nella stanza che, fra quelle degli uomini politici della storia dell'Italia unita, ha ospitato più donne in atteggiamento, come dire?, confidenziale, battendo certamente il record stabilito nel Ventennio dall'inquilino di palazzo Venezia, qui di fronte. (...) «Ecco il letto che mi ha regalato il mio amico architetto. Bello, no?». (...)
Carla e Veronica, due amori diversi
Berlusconi ha avuto due mogli, Carla Elvira Dall'Oglio e Miriam Raffaella Bartolini, in arte Veronica Lario. Con Carla si sposò nel 1965: lei aveva 25 anni, lui 29. L'aveva conquistata dopo un incontro alla stazione Centrale di Milano seguendola in macchina e facendosi trovare come per caso alla fermata dell'autobus dov'era scesa. Marina nacque nel 1966, Piersilvio nel 1969. Si separarono nel 1985, ma hanno tuttora un ottimo rapporto. Quando finì il loro matrimonio, Silvio conosceva Veronica Lario da sei anni. (...) La signora Lario mi ha confidato di aver sposato l'imprenditore geniale e di essersi adattata con difficoltà a vivere con il leader politico. Non a caso, tra il 2001 e il 2006 lo accompagnò solo in quattro incontri ufficiali (Benedetto XVI, Putin, Bush, Blair). «Mio marito “è tanto”» mi disse nel 2007. (...) L'«affetto» per Veronica portò il marito a manifestare il «desiderio» per altre donne. Credo che tra i due ci sia stato un patto di reciproca libertà, vincolato tuttavia a una discrezione che il Cavaliere ebbe qualche difficoltà a rispettare, un po' per carattere e un po' perch´ è la persona al mondo meno provvista di privacy. A fine gennaio 2007, abbiamo visto, incontrando Mara Carfagna alla festa dei Telegatti di Canale 5, le disse: «Se non fossi già sposato, ti sposerei». (Lui sostiene di aver detto soltanto: «Sei una donna da sposare».) Questo provocò una caustica lettera di Veronica Lario alla Repubblica (31 gennaio) in cui giudicava l'apprezzamento lesivo della sua dignità. Berlusconi si scusò pubblicamente e l'incidente sembrava rientrato. Ma, come vedremo, due anni dopo le cose precipitarono.
Berlusconi: «Ecco come sono nate le cene a casa mia»
(...) La prima forte incrinatura all'immagine del presidente del Consiglio si ebbe nella primavera del 2009. Il 25 aprile fece un memorabile discorso a Onna, la frazione dell'Aquila distrutta tre settimane prima dal terremoto (...). Purtroppo, l'indomani andò a Casoria per festeggiare il diciottesimo compleanno di una ragazza, Noemi Letizia, nascondendo la fuga a Gianni Letta, che lo avrebbe frenato, ma non all'opinione pubblica, perch´ si fece fotografare con ciascuna delle decine di persone (dai genitori della ragazza a cuochi e camerieri) presenti alla festa. (...) Ne nacque uno scandalo internazionale... (...) «Non ci fu alcun peccato» mi ribadisce Berlusconi. «Io non ho neppure mai sfiorato Noemi. Era una ragazza simpatica e allegra, era la personificazione della spontaneità e della felicità.» Ma anche lei è venuta alle sue cene in Sardegna... «Una volta sola e con un'amica, per la cena di Capodanno. Tutto il resto è stato una montatura. Una montatura totale...» Era una serata particolare. In un'intercettazione successiva con Gianpaolo Tarantini, un personaggio al quale deve molti dei suoi guai, Berlusconi si vanterà di aver avuto, quella sera, undici ragazze in fila davanti alla camera da letto e di essersene «fatte» soltanto otto. Si trattava di una battuta, dirà il presidente del Consiglio. Tarantini era entrato nella corte di Berlusconi nell'estate del 2008. (...) Tra le donne da lui retribuite all'insaputa di Berlusconi (così ha sempre giurato il Cavaliere), la più nota è Patrizia D'Addario, 44 anni ben portati, che – vedremo tra poco – fu ospite due volte a palazzo Grazioli. Nei nostri incontri degli ultimi due anni, dopo l'esplosione del caso D'Addario, ho chiesto ripetutamente al Cavaliere come abbia potuto affidarsi a un uomo come Tarantini. Una volta mi disse che glielo aveva presentato Manuela Arcuri. Adesso sembra, invece, che lo abbia conosciuto attraverso Sabina Began. («Lei dice di avermelo presentato insieme con la moglie. È possibile, ma io non lo ricordo.») (...) «Non avevo nessun motivo di diffidare di Tarantini» mi racconta Berlusconi. (...) «Insomma, le informazioni sul suo conto erano molto buone». (...)
«Insomma, a queste cene, normalissime cene» mi racconta Berlusconi «partecipavano anche trenta-quaranta persone: c'erano da quattro a sei musicisti, sei camerieri, anche reclutati da agenzie esterne, diversi uomini della sicurezza. In nessuna occasione si è mai verificata alcuna situazione licenziosa. Mi piace intrattenere gli ospiti, raccontare la politica a modo mio, far la corte alle belle signore e farle sentire delle principesse, mi piace cantare le mie canzoni». (...)
«Vennero qui, alle 7.30 del mattino, tre uomini e una donna. Perquisirono dappertutto, la donna mi fece spogliare. Trovarono 4000 euro, un regalo del presidente. Poi mi portarono in questura.» Elisa Toti, una bella donna di 32 anni, non ama ricordare quella fredda mattina di venerdì 14 gennaio 2011 quando un nuovo cataclisma giudiziario – il più pesante e il più insidioso di tutti – si abbatt´ sulla testa di Silvio Berlusconi. (...) Il 14 gennaio le «ragazze dell'Olgettina» erano otto: oltre a Elisa Toti, Iris Berardi, Maria Esther Garcia Polanco (in arte Marysthell), Aris Espinosa, Barbara Guerra, Ioana Visan, Imma De Vivo e sua sorella Eleonora (le gemelle napoletane già «meteorine » del Tg4 di Emilio Fede).
«Io non ho mai pagato nessuna persona per intrattenere dei rapporti di sesso» mi dice il presidente del Consiglio. (...) «La storia dell'Olgettina nasce così. Alcune ragazze volevano trasferirsi a Milano 2 per essere più vicine alla zona dove lavoravano. Nicole Minetti aveva trovato un appartamento poco costoso in un condominio di nuova costruzione proprio in quella zona» (...). Come ha conosciuto Nicole Minetti? «La Minetti viene da un'ottima famiglia, si è laureata all'università del San Raffaele con 110 e lode, è di madrelingua inglese. L'ho incontrata proprio in ospedale, al San Raffaele. Mi disse che (...) il suo sogno era quello di fare politica. Mi diede il suo numero di telefono e io chiesi referenze a don Verz´ (fondatore del San Raffaele, conosce Berlusconi dalla costruzione di Milano 2), che si disse interessato ad avere una persona vicina al San Raffaele nel consiglio regionale della Lombardia». (...)
«A Ruby non ho fatto nemmeno un avance»
La conversazione con il presidente del Consiglio tocca a questo punto l'argomento più delicato, la vicenda di Karima El Mahroug, in arte Ruby. Il 15 aprile 2010 la Procura di Milano apre un fascicolo contro Lele Mora, l'agente dello spettacolo amico di Berlusconi attualmente detenuto nel carcere di Opera per induzione alla prostituzione, anche minorile. Due poliziotti, l'ispettore capo Vito Albanese e l'agente scelto Marco Salvoni, stanno indagando da tempo su un giro di prostitute che frequentano un grande albergo nel centro di Milano. Tra queste, c'è Ruby. (...) Berlusconi chiama il capo di gabinetto della questura di Milano, Pietro Ostuni, gli segnala il caso, gli dice che Ruby è la nipote di Mubarak (così il funzionario ai magistrati) e gli chiede di affidarla al consigliere regionale Nicole Minetti (maggiorenne e incensurata, come prevede la norma). (...) Uscita dalla questura, la Minetti chiama Berlusconi e gli passa Ruby. Dichiarerà la ragazza: «Il presidente mi ha detto di non farmi più vedere n´ sentire, perch´ non gli avevo rivelato di essere minorenne». (...) Il 21 dicembre viene iscritto nel registro degli indagati anche Berlusconi, e la bomba esplode il 14 gennaio con l'irruzione all'Olgettina. Il pubblico ministero Ilda Boccassini chiede il giudizio immediato per il presidente del Consiglio (...). A questo punto potrebbe nascere il sospetto che – se difficilmente Berlusconi potrà essere condannato in aula – già lo è stato nel processo mediatico celebrato in tutto il mondo.
Se la Carfagna non fosse sua amica, sarebbe ministro?
«Forse no, ma ha tutte le qualità per esserlo, e si è rivelata un ottimo ministro.
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