Igor Principe
Non più un tema di nicchia, ma un'occasione per fare arte - cinema, nella fattispecie - rivolgendosi a un pubblico quanto mai ampio.
Parliamo di omosessualità, cui la stagione che sta per avviarsi alla fine ha offerto una ribalta sconosciuta in passato. Il trionfo di Ang Lee e dei cowboy gay di Brokeback Mountain alla notte degli Oscar è un fatto. Ed è un altro fatto, anche se di portata mediatica decisamente più contenuta, lo «sbarco» del Festival Internazionale di Cinema Gaylesbico e di Queer Culture sulle sponde nobili del teatro milanese, ovvero il Piccolo. In particolare, il teatro Strehler.
È lì, infatti, che fino al 14 giugno si terrà la ventesima edizione di una rassegna importante e profondamente radicata nel tessuto culturale cittadino.
Ed lì che stasera Carmen Maura e Angela Finocchiaro ritireranno il premio Queen of Comedy 2006: l'attrice spagnola per la sua interpretazione in Volver, ultimo lavoro di Pedro Almodovar; Finocchiaro per il suo ruolo in La bestia nel cuore, di Cristina Comencini. La serata è uno tra i quasi quaranta appuntamenti previsti dal festival per illustrare un tema quantomai vasto qual è quello delle passioni.
«Ci rivolgiamo a un pubblico trasversale, non esclusivamente cinefilo - dice Giampaolo Marzi, direttore artistico -. In più, ci piacerebbe che il Festival fosse visto come un momento di aggregazione. Da qui la scelta di usare un solo schermo per tutte le proiezioni, evitando l'effetto Cannes, dove si corre da una sala all'altra per non perdersi niente».
Con la nuova sede il Festival - organizzato dal Comitato Provinciale Arcigay Milano Cig - punta a superare i 18mila spettatori che lo hanno seguito la scorsa edizione, facendone l'evento a tema più frequentato in Italia. Nel programma sono contemplati corti, documentari e lungometraggi. Tra questi ultimi è Whole New Thing, della canadese Amnon Buchbinder, che racconta lo speciale rapporto tra un professore di letteratura e un suo studente, anima isolata in una classe in cui sesso e spinelli sono gli argomenti che vanno per la maggiore.
Molto atteso è anche O' fantasma, del portoghese Jõao Rodriguez: è la storia di Odete, inserviente in un supermercato di Lisbona, che viene catapultato in un mondo passionale e a tratti inquietante dall'amicizia con due giovani gay.
Tra momenti di autoironia (Boy Culture, di Alan Brocka) e di denuncia contro discriminazioni politiche e sociali (Unveiled, di Angelina Maccarone, tedesca a dispetto del nome) si fanno strada moltissimi corti, giudicati da Marzi «la parte più viva della rassegna».
Non pochi anche i momenti collaterali al festival. L'intero programma è sul sito www.cinemagaylesbico.com.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.