Carovita? Pizza, birra e caffè a 7 euro

L’operazione lanciata dal presidente di Confcommercio Billè e dall’Epam milanese. Finora hanno aderito 54 locali in città e nell’hinterland

Alessandro Ruta

«La pizza a prezzo pazzo non ce una pazzia». Questo lo slogan con cui 54 pizzerie, raccogliendo una proposta del presidente di Fipe e Confcommercio, Sergio Billè, hanno aderito alla campagna «Il patto della pizza». I clienti, per tutti i giorni fino al 31 dicembre, potranno mangiare una pizza margherita e bere una birra a sette euro (sei e mezzo nei casi più economici), sette e mezzo al massimo, se la pizza è farcita e si aggiunge anche un caffè. E senza nemmeno pagare coperto e servizio. Si legge dal comunicato dell’iniziativa: «La pizza, che da sempre è stata uno dei simboli più ricorrenti dell’Italia, potrebbe così diventare anche il simbolo del rilancio dei consumi. Il suo prezzo bloccato sarà un invito troppo ghiotto per essere respinto».
«Se ne sono accorti in molti, di questa iniziativa. Il veicolo internet funziona alla grande: abbiamo ricevuto un sacco di telefonate. In compenso il giro d’affari non è aumentato granché: la nostra clientela abituale sa che adottiamo una politica di costi bassi da sempre. Certo, se vuoi una pizza ultra-farcita, che costerebbe assai più di sette euro, ci guadagni, ma quale vantaggio si trae? Se ti accontenti della canonica margherita, con quella cifra ti puoi permettere anche la birra, il caffè e avanzi pure qualcosa. Anche perché noi non abbiamo mai fatto pagare né il servizio né il coperto». A parlare è Luca Torricelli, titolare di «Pizza a pezzi», in viale Fulvio Testi. Proprio uno dei 42 locali milanesi che hanno aderito all’iniziativa lanciata da Billè, a cui ha aderito anche l’Epam. Altri 12 sono nell’hinterland.
Sulla stessa lunghezza d’onda Esterino Maceroni, proprietario di «Alla fontana», di via Thaon de Revel, in zona Isola, che partecipa alla campagna. «I nostri prezzi, già bassi, non sono cambiati. I clienti non sono aumentati di molto.

Certo, se aderissero anche altri locali che mantengono i prezzi alti sarebbe meglio». E sulla scia dei 54 locali che già partecipano al «patto della pizza» potrebbero unirsi all’iniziativa anche altre pizzerie. Così si potrebbe davvero dare una spallata al carovita e rilanciare i consumi.

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