Milano - GUARDA IL VIDEO Tanta attesa e molti dubbi: per ore tutti i siti di Fli saltano poi, una ventina di minuti dopo le 19, Fini parla. Quasi nove minuti di discorso e nessuna certezza sulla casa a Montecarlo: cerca di difendersi e punta velatamente il dito contro il cognato. "Purtroppo da qualche tempo lo spettacolo offerto dalla politica è semplicemente deprimente". Inizia così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e poi vira sulla questione più spinosa: la casa in Princesse Charlotte. "Da settimane - prosegue la terza carica dello Stato - non si parla dei tanti problemi degli italiani, ma quasi unicamente della furibonda lotta interna al centrodestra".
"Anche io mi chiedo di chi sia la casa a Montecarlo" "Anche io mi chiedo, e ne ho pieno diritto visto il putiferio che mi è stato scatenato addosso, chi è il vero proprietario della casa di Montecarlo? È Giancarlo Tulliani, come tanti pensano? Non lo so. Gliel’ho chiesto con insistenza: egli ha sempre negato con forza, pubblicamente e in privato. Restano i dubbi? Certamente, anche a me. E se dovesse emergere con certezza che Tulliani è il proprietario e che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a lasciare la presidenza della Camera. Non per personali responsabilità, che non ci sono, bensì perchè la mia etica pubblica me lo imporrebbe", continua Fini. Poi precisa: "Ma, sia ben chiaro: non è stato commesso alcun tipo di reato, non è stato arrecato alcun danno a nessuno. E, sia ancor più chiaro, in questa vicenda non è coinvolta l’amministrazione della cosa pubblica o il denaro del contribuente. Non ci sono appalti o tangenti, non c’è corruzione né concussione".
"Stop gioco al massacro" "Chi ha irresponsabilmente alimentato questo gioco al massacro si fermi, fermiamoci tutti prima che sia troppo tardi". "Fermiamoci pensando al futuro del paese", ha insistito il presidente della Camera, "riprendiamo il confronto: duro, come è giusto che sia, ma civile e corretto". "La libertà di informazione è il caposaldo di una società aperta e democratica", aveva chiarito prima Fini, "ma proprio per questo, giornali e televisioni non possono diventare strumenti di parte, usati non per dare notizie e fornire commenti, ma per colpire a qualunque costo l’avversario politico".
"I servizi non c'entrano" Dietro l’affaire Montecarlo ci sono "pagine oscure", si sono mossi "faccendieri professionisti", ma non gli 007. "Di certo, in questa brutta storia di pagine oscure ce ne sono tante, troppe", ha detto il presidente della Camera, "un affare privato è diventato un affare di Stato per la ossessiva campagna politico-mediatica di delegittimazione della mia persona: la campagna si è avvalsa di illazioni, insinuazioni, calunnie propalate da giornali di centrodestra e alimentate da personaggi torbidi e squalificati". Tuttavia, ha sottolineato, "non penso ai nostri servizi di intelligence, la cui lealtà istituzionale è fuori discussione, al pari della stima che nutro nei confronti del sottosegretario Letta e del prefetto De Gennaro". E "penso a faccendieri professionisti, a spasso nel Centro America da settimane (a proposito, chi paga le spese?) per trovare la prova regina della mia presunta colpa. Penso alla lettera che riservatamente, salvo finire in mondovisione, il ministro della Giustizia di Santa Lucia ha scritto al suo premier perchè preoccupato del buon nome del paese per la presenza di società off shore coinvolte non in traffici d’armi, di droga, di valuta, ma di una pericolosissima compravendita di un piccolo appartamento a Montecarlo", ha sottolineato.
"Mi auguro che la legislatura continui" Poi parla di governo: "Gli italiani si attendono che la legislatura continui per affrontare i problemi e rendere migliore la loro vita. Mi auguro che tutti, a partire dal presidente del Consiglio, siano dello stesso avviso. Se così non sarà gli italiani sapranno giudicare. E per quel che mi riguarda ho certamente la coscienza a posto".
"Mai avuto un avviso di garanzia" "In 27 anni di Parlamento e 20 alla
guida del mio partito non sono mai stato sfiorato da sospetti di illeciti e non ho mai ricevuto nemmeno un semplice
avviso di garanzia", sottolinea Fini. "Credo di essere tra i pochi, se non l’unico, visto le tante bufere giudiziarie che hanno investito la politica in
questi anni", ha poi tenuto a sottolineare il presidente della Camera.
Una giornata di attesa Doveva andare in onda alle dieci del mattino e, alla fine, è slittato in prima serata. Durante la mattinata di sabato i tre siti che avrebbero dovuto ospitare il filmato, Generazioneitalia, Secoloditalia e Libertiamo sono irraggiungibili. Poi sull'home page della corrente finiana compare una breve comunicazione che promette il video nella seconda metà del pomeriggio, più tardi l’appuntamento si fa preciso: la versione di Fini sarà online alle 19. Invece c'è ancora un piccolo ritardo. Mentana aprendo lo speciale del suo tg conferma: "Il video di Fini slitta di qualche minuto, posso dirlo. È stato finito di registrare dieci minuti fa, nella
sede di Farefuturo". Ultime limature. "Dalle 10 di questa mattina i siti del Secolo d’Italia, di Farefuturo, di Generazione Italia
e di Libertiamo sono bloccati.
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