Case Aler, con il custode sociosanitario diminuiti del 20% i ricoveri degli anziani

Le sentinelle sono divise per caseggiato. Iniziano a lavorare alle 8.30, «ma se c’è qualche emergenza - spiega il loro responsabile Cristian Doria - cominciano anche molto prima». Si chiamano custodi sociali, all’appello sono 151 e operano nelle zone di Milano dove c’è maggiore necessità.
Dieci mesi fa, la scelta di integrare queste figure con il custode sociosanitario che faceva capo alla Regione e oggi, i primi risultati. Uno su tutti: «Sono stati ridotti del 20 per cento i ricoveri degli anziani nelle tre Residenze sanitarie (Rsa) del Comune», annuncia entusiasta l’assessore alla Famiglia Mariolina Moioli. E il motivo è semplice: «La maggior parte di questi ricoveri era causato da un profondo senso di solitudine degli anziani e non da una vera e propria emergenza sanitaria. Ma ora, visto che queste persone possono contare sul sostegno dei custodi sociali non si sentono più abbandonate a se stesse. Questi operatori infatti, si fidelizzano a una determinata zona, imparando a conoscerne debolezze e peculiarità».
La seconda novità: «È in atto una vera e propria rivoluzione nel modo di portare aiuto - continua Moioli - se prima era la persona in difficoltà ad andare a cercarlo senza conoscere, spesso, i servizi del Comune, ora invece, è il custode sociale che individua chi necessita di prestazioni, lo va a trovare e instaura un rapporto con lui». Un’inversione di tendenza quindi, che ha trasferito l’assistenza direttamente a casa di chi ne ha davvero bisogno.
Pensa a una rete l’assessore Moioli quando parla di questo progetto, perché interagiscono 151 custodi sociali, i portieri degli stabili di edilizia residenziale pubblica e collaborano diverse realtà: da Aler all’Asl, passando per i servizi del Comune e le realtà del terzo settore. «Il custode sociale quindi - continua l'assessore - è diventato un mezzo per mettere in contatto i milanesi che vivono in situazioni di disagio con i servizi e in più, offrono anche un aiuto concreto alle famiglie e agli anziani soli». Alcuni esempi: fanno circolare informazioni relative a orari e servizi, feste, parrocchie, iniziative di socializzazione, orientamento e accompagnano le persone ai servizi pubblici o privati del territorio per una presa in carico continuativa e ancora, ascoltano le richieste e le problematiche e integrano le prestazioni già esistenti con un programma concordato con gli assistenti sociali.

Un gradino intermedio prima dell’intervento di questi ultimi, una persona qualificata che familiarizza con la propria zona di competenza e può contare sul sostegno dei 198 portieri Aler e 361 demaniali che, a loro volta, fanno da contatto diretto con gli inquilini dei palazzi.

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