Case di riposo per anziani come asili nido. Una provocazione? Niente affatto, perché a breve anche le strutture sanitarie accreditate con la Regione Lombardia avranno un sistema per il pagamento delle rette diviso per fasce e per entità delle prestazioni mediche. Proprio come le strutture per l’infanzia. La novità l’annuncia l’assessore regionale alla famiglia, integrazione e solidarietà sociale, Giulio Boscagli. Che si sbilancia: «È molto più che una g proposta. Abbiamo messo nel piano socio sanitario che discuteremo il prossimo settembre una serie di modifiche dell’attuale sistema del pagamento delle rette». In sostanza, si tratta di rivedere e quindi modificare il modo in cui l’ospite compartecipa alla spesa delle residenze di assistenza. Oggi le Rsa, ovvero le residenze sanitarie per anziani, sono pagate per metà dalla Regione Lombardia e per l’altra metà dal cliente. Tutti pagano la stessa quota, non ci sono differenze calcolate sulla base del reddito dell’ospite. In alcuni casi, se il singolo non è in grado di coprire l’interarata,si chiede alla famiglia di versare la differenza. E invece quello che propone di fare la Regione, è di inserire delle fasce di pagamento a seconda della condizione economica dell’assistito. Non solo, si dovrà tenere conto anche del livello della cura necessaria e quindi nel calcolare la cifra, si prenderà in considerazione anche l’assistenza necessaria per i pazienti. «È chiaro che chi è più malato non dovrà pagare di più», precisano dall’assessorato regionale. L’obiettivo, anzi, è l’esatto contrario. «Con la manovra finanziaria e con i tagli previsti dal governo, le risorse sono destinate a ridursi - continua Boscagli - e diventa quindi necessario fare una riflessione per vedere altri modi di intervento». E quindi trovare il modo di far spendere il giusto a chi ha un reddito basso e pesare anche meno sulle stesse strutture di accoglienza. L’idea nasce da una valutazione generale su una serie di interventi, ma cade anche in un momento preciso in cui non si sa ancora con certezza quale sarà l’entità dei tagli previsti dalla nuova finanziaria. Allo stato attuale, ogni anno la Regione mette 850milioni soltanto per le residente sanitarie per anziani su un totale di un miliardo e seicentomila. È chiaro che ci vuole del tempo prima di mettere in pratica tutto questo, precisa l’assessore,«ma il tema è lanciato: dobbiamo lavoraci». L’ultima riunione con i sindacati è andata bene, si è parlato della necessità di andare incontro ai cittadini e allo stesso tempo di dare una mano alle strutture che hanno meno possibilità. Ed ora si è aperto un dialogo con Anci, rappresentanze sindacali appunto e gestori delle Rsa. Sull’altro fronte invece, quello delle sentenze del tribunale amministrativo della Lombardia che hanno dato ragione ai ricorrenti che chiedevano di calcolare la retta delle case di riposo sul reddito del singolo cliente e non su quello della famiglia, Boscagli precisa: «la Regione sostiene la metà della spesa e certamente la differenza non la possiamo mettere noi. In questo caso, la questione ricade sui comuni,ma non c’è una normativa vincolante a livello nazionale.
È chiaro che speriamo che ci sia una determinazione a livello nazionale.C’è una disponibilità a lavorare - conclude l’assessore - . Ma è difficile immaginare che cambiando il sistema delle rette, il costo del servizio diminuisca».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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