Lo sciopero degli operatori di volo Alitalia ha colpito anche lui, ma nonostante tutto, con un'ora di ritardo, il leader Udc Pier Ferdinando Casini, ieri è riuscito ad atterrare a Genova per lanciare la volata di questa campagna elettorale. «Perché i veri sondaggi - spiega - li fanno gli elettori quando vanno a votare e noi siamo qui anche per convincere quei moderati che sono ancora indecisi».
E due moderati che però hanno deciso da che parte stare - Vittorio Adolfo, segretario regionale del partito e Vincenzo Lorenzelli, ex presidente della Fondazione Carige e oggi capolista Udc per il Comune di Genova - Casini se li porta appresso. Fin dalla tarda mattinata per un incontro con la stampa nella sede del partito di via XX Settembre e poi al pomeriggio, per l'ultimo comizio all'ombra della Lanterna, in un Teatro della Gioventù gremito di folla.
E a Genova Casini ha colto l'occasione per ribadire la solidarietà e la vicinanza all'arcivescovo della città nonché presidente della Cei, Angelo Bagnasco: «La sua prolusione è stata un grande atto d'amore della Chiesa verso l'Italia. In questo senso esprimo gratitudine a Bagnasco e a tutti i vescovi italiani. Perché la Chiesa - dice il leader Udc - non è un problema per l'Italia, ma una grande opportunità». Un'opportunità che la gente, secondo Casini, deve saper cogliere perché oggi si sta vivendo un momento particolare in cui «la politica è afona e la Chiesa parla agli italiani». Italiani e genovesi che attraverso manifestazioni quali il Family day riescono a comunicare con il clero poiché «il linguaggio di quella piazza è quello parlato da gente semplice e da quella maggioranza silenziosa del Paese che ora ha voluto farsi sentire».
Se poi gli si dice che sui cattolici si stanno giocando le ultime risorse per la caccia al voto lui risponde deciso che «l'Udc ha le carte in regola e le cose che va ripetendo in tutta Italia, da Nord a Sud, anche dove non ci sono le elezioni, sono sempre le stesse e che non sono certamente dette per compiacere la Chiesa, ma per la nostra scelta laica di difendere l'identità cristiana, che è la nostra storia, delle nostre radici e delle nostre tradizioni».
L'ex presidente della Camera inoltre ha ricordato che Genova è stata il punto di partenza non solo del presidente della Cei, ma anche del nuovo Segretario di Stato, «e questo significa che qui c'è una Chiesa abbastanza robusta da non farsi intimorire da due scritte sui muri. Una chiesa - ha voluto ribadire Casini - che già con il Cardinal Siri, una delle figure più controverse e importanti del '900, ha portato Genova ai vertici del clero mondiale».
Queste sono le ragioni per cui il leader Udc è pronto ad attaccare il presidente del consiglio Romano Prodi: «Sono deluso di sentire il premier che parla di steccati fra guelfi e ghibellini. Qui non ci sono guelfi e ghibellini ma una piazza che ha parlato il linguaggio della maggioranza degli italiani. La politica deve ascoltare la Chiesa Cattolica e non contrapporsi con gelosia».
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