RomaStufo di giocare «al Terzo polo», visti gli scarsi risultati alle amministrative, Pier Ferdinando Casini (nella foto) si guarda intorno e scopre che nel Pdl ci sono «forze responsabili». Il leader Udc ha capito che insieme con il Fli di Gianfranco Fini e lApi di Francesco Rutelli non arriva da nessuna parte e ha preferito uccidere lui il bimbo nella culla per non farlo soffrire troppo. E dunque si guarda intorno, tendendo la mano a chi nel Pdl è disposto ad allungare la sua. «Sono convinto che ci sono forze responsabili allinterno del Pdl che hanno fatto prevalere lappoggio a Monti e che non sono assolutamente intenzionate a portare lItalia sul baratro - dice Casini - Non è il momento dei giochini e delle vecchie polemiche ma quello di guardare avanti con responsabilità».
La mano tesa arriva subito a Genova dove il Pdl, dopo una riunione di segreteria, ha deciso di appoggiare il candidato del Terzo polo, Enrico Musso, il senatore uscito nel 2010 dal partito di Berlusconi. «Il Pdl invita i suoi elettori a non disertare le urne e a votare Musso per non consegnare le chiavi della città alla sinistra», spiega il vicecoordinatore Antonio Oppicelli.
Casini vede profilarsi la possibilità di unaggregazione di moderati anche con il Pdl che potrebbe pure attrarre nella propria orbita Beppe Pisanu e Lamberto Dini che hanno da poco lanciato uniniziativa in questo senso. E certo se i moderati si aggregano Casini vuol starci dentro. Con o senza Fini e Rutelli. Le acque in casa Fli e Api sono infatti piuttosto agitate. Con il presidente della Camera quello che conta «è il rapporto personale, verso il quale ho grande rispetto. Poi non è che mi sveglio pensando a Granata e mi addormento pensando a Briguglio», dice il leader Udc evidentemente stanco delle tante punzecchiature lanciategli dai finiani come quella di Carmelo Briguglio: «Casini senza Fini non ce la fa».
A tenere alta la polemica ci pensa pure Italo Bocchino che esclude la possibilità che il Fli si sciolga e auspica «una coalizione che tagli le ali estreme e che coinvolga il Terzo Polo, il Pd e le anime moderate e riformiste del Pdl». E meno male che Fini aveva convocato un vertice con i suoi più stretti collaboratori, Roberto Menia, Benedetto Dalla Vedova e lo stesso Bocchino, per chiedere di «limitare le esternazioni», pare proprio in riferimento a possibili alleanze con il Pd.
Per i rutelliani ufficialmente il dialogo con Casini è ancora possibile anche perché «non è sufficiente un arretramento di qualche punto decimale per mandare in soffitta un progetto politico». Fuori dallufficialità però le parole si fanno più dure: «Casini si aspettava un risultato migliore e quindi lha buttata in caciara».
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