Caso Cucchi, Giovanardi insiste: "Perché dovrei scusarmi con la famiglia?"

L'ex ministro per i Rapporti con il Parlamento: "La prima causa di morte fu la droga, lo dicono tutte le perizie"

Caso Cucchi, Giovanardi insiste: "Perché dovrei scusarmi con la famiglia?"

Carlo Giovanardi torna a parlare del caso Cucchi. E, come già in passato, le sue parole tornano a fare discutere. Intervistato su Radio 24 ai microfoni de La Zanzara di Giuseppe Cruciani e David Parenzo, all'indomani della confessione di un carabiniere che ammette il pestaggio l'ex ministro per i Rapporti con il Parlamento rifiuta di chiedere scusa alla famiglia del giovane morto nel 2009 mentre si trovava nelle mani dello Stato.

"Perché dovrei chiedere scusa? Io continuo a dire quel che ho sempre detto, che mi rimetto alle autorità giudiziarie - argomenta Giovanardi - Quando il processo sarà finito, ne accetterò pienamente le conclusioni." L'ex senatore, in Parlamento dal 1992 al 2018, continua a sostenere che le proprie tesi sulla morte di Cucchi fossero e siano ancora suffragate dalle perizie.

Incalzato da David Parenzo che gli chiede conto delle parole su "Cucchi spacciatore in condizioni precarie", il politico emiliano insiste a sostenere che la prima causa di morte sia stata "la droga". O almeno, prosegue "questo è quello che dicono tutte le perizie".

Anziché chiedere scusa alla famiglia del giovane romano morto nel 2009, Giovanardi insiste che "non si vergogna di nulla" e preferisce sottolineare

che "bisogna chiedere scusa alle guardie di polizia penitenziaria assolte dopo 6 anni di calvario. "Prima di condannare i carabinieri facciamo finire i processi, poi eventualmente paghino...", conclude poi.

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