Francesco Casaccia
da Roma
Accordo allorizzonte sul caso Fazio. Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, assicura che nella prossima riunione del governo, fissata per venerdì, «ci sarà una decisione concordata e non ci sarà scontro». Dopo aver incontrato il suo «collega» dellEconomia, Domenico Siniscalco, che ieri ha anche visto il sottosegretario Letta, Maroni spiega che nessuno proporrà soluzioni punitive contro il governatore della Banca dItalia, ma verrà avviata una seria riforma dellistituto di via Nazionale. Intanto, il ministro delle Politiche comunitarie, Giorgio La Malfa, pensa che Fazio dovrebbe dimettersi per questioni di opportunità politica. Una soluzione caldeggiata anche da Cossiga mentre i sindacati propongono un nuovo direttorio per costringere Fazio a lasciare lincarico.
Alla vigilia del primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva, il governo sembra vicino a una soluzione. Maroni e Siniscalco ne hanno parlato ieri. Il ministro del Welfare assicura che venerdì «ci sarà una decisione concordata». Lidea è quella di arrivare a una riforma che parta dalla proprietà della Banca dItalia perché «lItalia è lunico Paese in cui i controllati sono azionisti dellente che li controlla». Insomma, si pensa di eliminare «il più grande conflitto di interessi». Siniscalco, riferisce ancora Maroni, «si è detto daccordo con questa ipotesi perché è una persona seria che vuole una riforma seria». E, dunque, si dovrebbe arrivare al mandato a termine del governatore e al passaggio allAntitrust delle competenze sulla concorrenza bancaria. Lo strumento, conclude Maroni, potrebbe essere il provvedimento sul risparmio perché «lo sforzo deve essere per una riforma che coinvolga tutto il Parlamento, anche lopposizione».
Nel frattempo, continuano le prese di posizione su Fazio. La Malfa parla apertamente di dimissioni. Il governatore, dice, «dovrebbe considerare, nellinteresse dello Stato e di Bankitalia, la possibilità di offrire le sue dimissioni». Anche se non esistono elementi per una censura di Fazio, il mandato a termine del governatore costituisce un presidio dellindipendenza della banca. Ma rappresenterebbe anche una soluzione che permetterebbe al centrodestra di essere in prima fila nella sostituzione di Fazio e del direttore generale, nel caso Vincenzo Desario fosse chiamato a sostituire Fazio per traghettare Bankitalia nel nuovo corso. E il segretario dellUdc, Marco Follini, si aspetta dal governo un emendamento al ddl sul risparmio per il mandato a termine del governatore. «La questione - dice - non è nelle persone ma nelle regole e credo che sia una buona regola, non a caso adottata in tutti i Paese europei, di un mandato a termine». Una scelta talmente scontata sulla quale «non credo sia necessario porre la fiducia».
Il diretto interessato continua a tacere. I rumors assicurano che stia pensando alle dimissioni, addirittura già nelle prossime ore, per anticipare eventuali decisioni della Bce. Ma da Bankitalia smentiscono seccamente, definendo la voce «priva di ogni fondamento». Si vedrà. Quello che è certo è che la bufera sul Bankitalia approda ufficialmente in Europa, con un doppio appuntamento: domani a Francoforte, la riunione del consiglio direttivo della Bce e venerdì della prossima settimana a Manchester, lEcofin informale. DallEurotower nessuna posizione ufficiale anche se viene dato per scontato che venga acceso un faro su Fazio. Non tanto per la questione di aver violato le leggi, quanto per il fatto che Fazio non può più svolgere il ruolo di arbitro e quindi la Bce potrebbe anche censurarlo. Una soluzione che Siniscalco vorrebbe evitare. Ma cè un secondo scenario. Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, potrebbe evitare prese di posizioni premature visto che lui stesso finì sui carboni ardenti nello scandalo del Crédit Lyonnais.
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