Caso Ruby, Fede accusa la procura di Milano "Ha confuso il mio telefono con quello di Mora"

Secondo i legali del direttore del Tg4 il 14 febbraio 2010 la ragazza marocchina telefonò a Mora e non a Fede, come si deduce dai tabulati dell'inchiesta. Un "errore grossolano", accusano gli avvocati Pecorella e Alecci, che sarebbe alla base di tutta la costruzione accusatoria contro il loro assistito

Caso Ruby, Fede accusa la procura di Milano 
"Ha confuso il mio telefono con quello di Mora"

Milano - Il 14 febbraio 2010 Karima El Mahroug telefonò a Lele Mora e non a Emilio Fede, come si deduce dai tabulati dell’inchiesta condotta dalla procura di Milano in cui il direttore del Tg4 è indagato per favoreggiamento e induzione della prostituzione, anche minorile. La procura, dunque, avrebbe commesso un "errore grossolano": lo hanno spiegato durante una conferenza stampa lo stesso Fede e i suoi avvocati Gaetano Pecorella e Nadia Alecci, attribuendo al giornalista l’utenza telefonica che, in realtà, apparteneva all’agente dello spettacolo. Questo errore, secondo i legali, sarebbe stato alla base di tutta la costruzione accusatoria contro Fede, in quanto quella telefonata sarebbe stato il contatto tra il giornalista e la giovane che la sera stessa, per la prima volta, partecipò ad una festa ad Arcore.

Chiesta l'archiviazione Un "gravissimo" errore negli atti - una telefonata attribuita "casualmente o fraudolentemente" a Fede da cui ha preso il via tutta l’inchiesta - e le dichiarazioni di un agente che afferma di aver ricevuto Ruby a Milano dove la ragazza sarebbe arrivata da sola ancora minorenne.

Per queste ragioni la difesa di fede ha chiesto l’archiviazione della posizione del direttore del Tg4. "Non entro nel merito delle deduzioni difensive. I processi si fanno nelle aule", ha commentato il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati

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