Caso Ruby, feste a Arcore Testimoni ignorati dai pm

I racconti dei frequentatori abituali di Villa San Martino: "Ma quale bunga bunga, solo canzoni e barzellette. Il premier sempre corretto e rispettoso". Ma per la procura rimane una storia di sesso e denaro...

Caso Ruby, feste a Arcore  
Testimoni ignorati dai pm

Gian Marco Chiocci - Enrico Lagattolla

Milano - Le due facce di Arcore. Quel­la raccontata dalle intercettazioni, e quella descritta dalle testimonianze raccolte dagli avvocati del Cavalie­re, Niccolò Ghedini e Piero Longo. Si tratta dei dipendenti e dei frequen­tatori abituali di villa San Martino. Facile obiezione: nessuno di loro oserebbe andare contro il padrone di casa. Un giorno, però, quelle ver­sioni arriveranno in tribunale. E chi racconta balle - anche nel corso di indagini difensive - rischia di finire indagato per falsa testimonianza. Ma nel processo bisognerà fare i con­ti con queste dichiarazioni, perché chi vive e lavora ad Arcore - chi ha assistito a pranzi, cene, dopocene e feste notturne - non ha memoria del «Bunga Bunga» nella versione hard. Non uno fra autisti, giardinieri, uo­mini della scorta, camerieri, dome­stici, cuochi, assistenti personali, se­gretarie, addetti alle pulizie, collabo­ratori, architetti, medici, baristi, dee jay, cantanti.

Nessuno delle persone ascoltate dalla difesa del premier ricorda sce­ne di orge e baci saffici per compiace­re il Sultano. I racconti trasmessi ai pm di Milano descrivono un altro mondo. Lo fa Giuseppe Brumana, dal ’91 ad Arcore,storico domestico. Sulle cene, Brumana abbonda in det­­tagli: «Ci sono vari tipi di riunioni, con i familiari, con i politici, con gli imprenditori, con amici e amiche, incontri conviviali il fine settimana. Otto-dieci ragazze, fino a una trenti­na a volte, non ho mai notato figure femminili che potessero essere di età inferiore agli anni 18». «Durante questi incontri – chiede Ghedini- gli atteggiamenti delle donne e dei par­tecipanti in­genere avevano implica­zioni di natura sessuale? ». «No, man­giavano e nel dopocena scendeva­n­o nella discoteca e cantavano e suo­navano e alcuni ballavano. Io scen­devo per ragioni di servizio. Il presi­dente non era mai solo con i suoi ospiti, c’era sempre qualcuno del personale per il servizio al bar e Da­nilo che suonava». Ancora Ghedini. «Mai visto spogliarelli parziali o inte­grali, scene di attività sessuale?. Gi­rava droga o alcool?». Macché. «Si beveva con moderazione- risponde Brumana - , un po’ di champagne e pochi superalcolici. È successo che qualche ospite si sia fermata a dor­mire in Villa vista l’ora tarda, la casa è attrezzata per vari ospiti».

Ancora, il cameriere Luca Pontil­lo, in servizio dal 2001 a Villa San Martino. «Visto minorenni?». «No, assolutamente». «Una certa Ruby?». «No, assolutamente». Pontillo spie­ga di aver avuto modo di assistere a riunioni nella sala discoteca di Arco­re e che «c’era sempre almeno una persona del personale per il servi­zio, un addetto alla musica, certo Da­nilo. Mai visto spogliarelli». Angelo Reccia, guardia privata, ombra del premier dal 2006. Spiega d’aver ac­compagnato alcune ospiti con le au­to del parco-macchine della villa. Nei suoi ricordi c’è posto anche per Ruby: «Si, era una bella ragazza mo­ra, con gli occhi scuri, capelli lunghi lisci, diceva di essere di origine mi­sta marocchina o brasiliana. La pri­ma volta sono andata a prenderla a Milano agli inizi del 2010, un’altra volta da Villa San Martino l’ho porta­ta a Milano. I due viaggi erano abba­stanza ravvicinati tra di loro. La si­gnorina era sempre da sola. Poteva avere una ventina d’anni. Mi pare che la seconda volta, mi disse che fa­ceva la danza del ventre, di essere in­cinta e che doveva recarsi in Brasi­le ». Avanti.

Alfredo Pezzotti, assi­stente del premier a Roma, molto spesso ad Arcore. Nega di aver visto minorenni a feste e cene «dove parte­cipavano al massimo una quaranti­na di persone». Fa i nomi di qualche partecipante, esclude dopocena spinti, e parla del cantante Apicella e del dee jay Danilo Mariani. «Il pre­sidente era molto gioviale, spesso cantava e raccontava storielle, ma era assolutamente corretto e rispet­toso ». Stessa versione di Mariani. Il 21 ottobre scorso, il dee jay spiega che «dal 2006 suono musica per lui (Berlusconi, ndr ). Spesso ho suona­to per i figli, anche a cene con espo­nenti politici nazionali e internazio­nali, anche amici. Le riunioni convi­viali si svolgevano spesso la sera», di gente ce n’era molta ma «mai ho vi­sto minorenni» e neppure «ho nota­to atteggiamenti di natura sessua­le ». Domanda: in particolare nel do­pocena lei ha avuto modo di assiste­re a riunioni nella sala discoteca del­la Villa di Arcore? «Sì, sono il dj della discoteca di Arcore. Non rimaneva mai solo con gli ospiti, c’ero io, c’era il personale di servizio. Il Presidente era ospitale e gentile con tutte». An­che Mariano Apicella - menestrello del Cav - conferma: «Dal 2001, per il presidente Berlusconi, faccio il can­tante e il musicista. Suonavo per ce­ne normalissime, cene con familia­ri, imprenditori e politici. Non ho mai visto ragazze minorenni». Api­cella esclude scene di sesso o streap tease. E in discoteca? «Il Presidente non è mai rimasto solo, c’eravamo sempre minimo io, Danilo Mariani, e il personale di servizio». Resoconti in fotocopia.

Come quelli degli assi­stenti personali del premier ( Miche­le Durante, Lorenzo Brunamonti, Dafni Di Boni), del medico Alberto Zangrillo, dell’architetto Giovanni Gamondi, del fisioterapista Giorgio Puricelli, di vecchi amici come

Ales­sio Traversi, di imprenditori, mini­­stri, ex ministri, politici. Per la Procu­ra, però, la storia è un altra. Ed è una storia di sesso e denaro. Due versio­ni opposte che si incroceranno in un’aula di tribunale.

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