Riccardo Garrone non molla, anche se lascia intravedere qualche tentennamento. I figli vogliono che il papà loro sia duro e puro. E Cassano rischia sempre di più. Insubordinazione, aperta contestazione delle direttive aziendali ed eccesso di critica: sono le accuse ad Antonio Cassano contenute nel ricorso preparato dall'avvocato Galli per conto della Sampdoria, dopo gli insulti rivolti dal giocatore al presidente Garrone negli spogliatoi del centro sportivo Mugnaini. La società chiede alla Lega calcio la nomina di un collegio arbitrale per la rescissione del contratto. Tra i punti trattati, che riguardano i diritti-doveri che regolano il rapporto di lavoro secondo il codice civile, il legale sottolinea come si sia verificata una vera e propria «insubordinazione». Atteggiamento posto in essere con reazioni tali da costituire «grave infrazione alla disciplina ed al regolare svolgimento del lavoro», ma anche «ingiurie e minacce» nei confronti dei superiori.
Anche l'eccesso di critica rientra nella definizione dell'insubordinazione: eccesso di critica che nel caso specifico si è concretizzato con le ingiurie. «La gravità dell'episodio costringe la Società a richiedere la più grave delle sanzioni (la rescissione del contratto, ndr) che, purtroppo, comporta anche la perdita dell'opportunità di ricavare eventuale corrispettivi dalla cessione del contratto sportivo del calciatore che scadrà nel 2013. Ma è evidente che è in gioco la credibilità dell'intero staff dirigenziale della società».
E ieri Garrone ha preso a sberle anche i calciatori che minacciano lo sciopero.
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