Roma - Sarà pure vero che il "vaffa" è ormai diventato "di uso
comune" e che in alcuni contesti è tollerato ma tra vicini di casa dirlo resta sempre un reato. Il monito arriva
dalla Corte di cassazione che, con una sentenza di oggi, riportata dal sito Cassazione.net, ha accolto il
ricorso della procura di Ancona presentato contro l’assoluzione decisa dal Giudice di Pace sulle vicende di
un cittadino che aveva proferito un liberatorio "vaffa" nei confronti di un vicino di casa. Non siamo lontani
dai tempi in cui, ha precisato la V sezione penale, la cassazione aveva sdoganato il "vaffa" in alcuni
contesti perché, avevano sostenuto i giudici, si tratta di una parola "ormai diventata di uso comune".
Ma tra vicini di casa le cose stanno diversamente, dice la Suprema Corte.
A tutti ma non ai vicini "Proprio perché - motivano gli
Ermellini - coinvolge la vita di relazione quotidiana tra vicini di casa la parola "vaffa", non perde la valenza
spregiativa dell’onore che contiene in sè.
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