Via Cavezzani, il rogo nello stabile occupato. "Rischiata una strage"

L'edificio dell'ex residence Jolly è da anni nel degrado più totale nonostante le numerose denunce dei cittadini

Via Cavezzani, il rogo nello stabile occupato. "Rischiata una strage"

È andata bene. Ma la prossima volta potrebbe non finire così. Perché pare assurdo ma una «prossima volta» non è così difficile che possa accadere. Perché la cinquantina di persone evacuate ieri mattina dal palazzo occupato abusivamente in via Cavezzani dove all'alba è scoppiato un incendio, saranno riaccompagnate in quello stesso edificio tra cumuli di masserizie e rifiuti, nel degrado più totale. Evacuate e poi riportate dentro. Come niente fosse successo. Invece è successo. Intorno alle 5 del mattino, quando le fiamme si sono sprigionate in un cumulo di rifiuti alla base di una scala e velocemente, tra fuoco e fumo, hanno interessato quattro piani tra il quarto e l'ottavo, come riferito dalla Polizia Locale intervenuta sul posto, insieme ai soccorritori. Fortunatamente il 118 non ha dovuto medicare o ricoverare nessuno. Fortunatamente c'è stato il tempo e la possibilità di portare tutti fuori. Fortunatamente. Ma «poteva essere una strage», commenta Riccardo De Corato deputato di FdI. E non suona come un esagerato allarmismo.

La storia del condominio di via Cavezzali 11, l'ex residence Jolly, risale al 2008, quando sono cominciate le denunce dei cittadini. Le segnalazioni riguardavano soprattutto l'abbandono di rifiuti, anche ingombranti, nelle parti comuni dell'edificio. La situazione non è mai stata sanata. Neanche dopo, con le «bonifiche» nel 2013 e nel 2018 quando le forze dell'ordine hanno controllato piano per piano circa un centinaio di appartamenti, abitati prevalentemente da immigrati. Intanto la palazzina, finita più volte sotto i riflettori della cronaca per storie di degrado e criminalità. «Mi chiedo come si sia potuta tollerare per lungo tempo una situazione di abusivismo del genere», sottolinea ancora De Corato mentre ribadisce che l'edificio deve essere sgomberato, chiuso e murato fino a quando non venga decisa la nuova destinazione. «Oltre al degrado prodotto - spiega - le occupazioni degli immobili sono un vero e proprio pericolo pubblico: sia per gli occupanti che, soprattutto, per i vicini, data la situazione che si viene a creare di totale anarchia sulle norme di sicurezza». E incalza: «Il sindaco Sala e il centro sinistra, invece di fare gli struzzi in tema, non dovrebbero più tollerare situazioni di occupazione di questo tipo data la loro pericolosità, come si è visto, purtroppo, oggi». «È almeno il terzo incendio che i cittadini vedono in quel palazzo causati sempre da irregolari», rincarano anche Silvia Sardone, europarlamentare e commissario cittadino della Lega e Samuele Piscina, consigliere comunale della Lega.

«Dopo lo sgombero del 2018 il Comune avrebbe potuto prendere in carico la struttura dal punto di vista sociale. Invece, nulla è stato fatto. Anzi, ci risulta che anche i faldoni delle indagini effettuate dalla Polizia Locale siano andati nel dimenticatoio».

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