Centrale ad alto rischio ma Sala ha cancellato i progetti di sicurezza

Nel 2021 tolte le deleghe alla Coesione sociale. Il team presidiava la stazione 24 ore

Centrale ad alto rischio ma Sala ha cancellato i progetti di sicurezza

Una nuova rissa, l'ennesima, in Stazione Centrale che ha visto coinvolti degli stranieri, probabilmente irregolari. Due sono stati soccorsi e medicati al Fatebenefratelli. Solo qualche giorno fa il sindacato di polizia Coisp ha lanciato l'allarme sicurezza nella zona che gravita intorno alla Centrale. Il degrado e il bivacco che regnano tutt'intorno sono la conseguenza del fatto che non si riesca più «a garantire una condizione di vita anche solo approssimativamente dignitosa per queste persone, diventando di fatto un serbatoio di delinquenza - polemizza il Cosip -. È d'obbligo rilevare che la Questura è stata di fatto abbandonata a se stessa dal Comune, che a nostro parere non ha svolto fino in fondo il suo lavoro». A farne le spese cittadini e turisti che subiscono rapine, scippi anche violenti, molestie e risse quotidiane anche sui mezzi pubblici».

Eppure, una soluzione fino a qualche tempo fa c'era ed era il servizio di Coesione sociale. Delega in capo all'assessorato alla Sicurezza del Comune fino al primo mandato di Sala, smantellata, con il suo portafoglio, nel 2021 dallo stesso sindaco. Il nucleo, che operava sotto il coordinamento della polizia locale, collaborava con le forze dell'ordine e 19 associazioni «specializzate» nella prevenzione e gestione dei conflitti, mediazione culturale e legale. Il risultato era un'opera di prevenzione, presidio del territorio e fondamentale supporto alle forze dell'ordine. La Centrale, come corso Lodi e il Corvetto, via Padova via Salomone, San Siro e tutte le zone della movida, indicate nella Mappa del rischio, erano oggetto di progetti specifici. Così l'area intorno alla Centrale, oltre che da vigili, poliziotti, carabinieri e operatori sociali era pattugliata giorno e notte dagli operatori che si occupavano di prima accoglienza: molti sbandati o senza fissa dimora venivano convinti ad accettare posti nei dormitori e nelle strutture protette per il reinserimento lavorativo e sociale, seguendo percorsi specifici. Così con i commercianti della zona per esempio erano stato messo a punto un calendario di eventi per far vivere la zona.

La squadra lavorava in collaborazione con i municipi, le associazioni di categoria, Assolombarda, le associazioni di quartiere e i comitati cittadini per analizzare le singole problematiche, fare le dovute segnalazioni e trovare delle soluzioni, sfruttando anche il coinvolgimento dei privati che più di una volta aveva messo a disposizione ulteriori risorse, che andavano ad arricchire il budget di 2 milioni di euro dell'assessorato.

«La Sicurezza Urbana non può che essere partecipata da tutti gli attori istituzionali e sociali. Sala e la sua Giunta da anni lasciano sole le forze dell'ordine mostrando di non avere cultura di sicurezza, non adempiono a quel ruolo di regia pubblica nel quale Milano tradizionalmente eccelle, capace di moltiplicare le risorse pubbliche grazie al partenariato col privato quando esso avverte unità d'intenti - ricorda Silvia Davite già capo segreteria politica dell'assessore alla Sicurezza del Comune dal 2016 al 2018 -.

Sala ha abolito la delega di coesione sociale in capo alla Sicurezza e lascia soli gli agenti nel gestire le criticità. Che senso ha premiare il Prefetto Tronca con l'Ambrogino d'oro se poi non si onora quanto ha fatto per Milano, ripristinando il modello di sicurezza partecipata che vigeva allora?».

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