"Cercate guai", l’Onda caccia il "Giornale" dalla Statale

Doveva essere un'occupazione per protestare contro l'utilizzo dell'«università come privato orticello» e per rivendicarne il ruolo di «formazione critica e di libera ricerca», ma la manifestazione dell'Onda anomala si è conclusa con il cronista del Giornale cacciato dall'ateneo dietro le minacce degli studenti del collettivo. Con la spiegazione che «chi scrive per quel quotidiano non ha il diritto di mettere piede qua dentro». Sono tra 50 e 70 i contestatori che ieri alle 15 hanno fatto irruzione nel consiglio di facoltà di Scienze politiche, in via Conservatorio, per protestare contro il rettore Enrico Decleva e il ministro Mariastella Gelmini.
Da alcuni giorni striscioni e volantini annunciavano un «assedio al consiglio di facoltà», per ricordare che «lo scorso autunno abbiamo attraversato questa università travolgendola con la forza dell'Onda». Poco dopo l'inizio del consiglio dunque l'irruzione del collettivo che pretendeva di far votare un ordine del giorno contro la proroga del mandato al rettore. Urla, gomitate a più non posso, cori e spintoni non sono valsi a spaventare il preside Daniele Checchi, che ha invitato l'Onda a sgomberare subito l'aula. Ma quelli in tutta risposta si sono messi a chiamare i rinforzi per continuare l’assedio e ottenere ragione.
A quel punto il consiglio è stato sospeso e solo venti minuti dopo il collettivo al completo si è riversato nel bar dell'università per festeggiare. Finché hanno notato il cronista del Giornale e lo hanno apostrofato con espressioni come «vuoi farti qualche livido?», «ma non ti vergogni di scrivere per quel quotidiano?», «Giornale lurido di m... ».

Infine, l'ordine di lasciare l'università. Dall'occupazione si dissociano le altre liste studentesche come Unicentro, il cui rappresentante Alberto Garbo parla di «gruppuscoli estremisti e minoritari, ma molto violenti in diverse occasioni».

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