Milano - I tassi di interesse a breve termine applicati alle aziende italiane restano, anche se in calo, tra i più alti d’Europa, mentre quelli a lungo termine sono i più convenienti. È quanto emerge dalla periodica elaborazione realizzata dall`Ufficio Studi della Cgia di Mestre sul rapporto tra banche ed imprese nel periodo che va da gennaio a luglio 2009. E il risultato non lascia dubbi: i tassi applicati in Italia a luglio di quest’anno per prestiti inferiori ad un anno toccano la soglia del 4,06 %, contro il 3,92 % della Germania, il 3,72 % della Spagna, il 3,11% dell`Olanda e il 3,05 % della Francia. La media dei paesi dell`area dell`euro ha toccato il 3,72%.
Penalizzate le piccole imprese "E` vero - spiega Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - che in Italia la contrazione dei tassi a breve avvenuta tra gennaio e luglio di quest`anno, pari al 1,62%, è stata la più elevata tra i Paesi presi in esame. Ciò non toglie, però, che lo spread era e rimane, chiaramente, il più alto tra i paesi leader dell`Ue". Per contro, invece, i tassi a lungo termine superiori ai 5 anni vedono le banche italiane essere le più virtuose in assoluto. In Italia i tassi applicati erano due mesi fa pari al 3,21 % contro una media Ue dei 16 del 3,82%. In Germania le banche applicavano il 4,18%, in Francia il 4,09%, in Olanda il 3,87% e in Spagna il 3,78%. "Questa situazione penalizza soprattutto le piccolissime imprese. Infatti - conclude Bortolussi - chi ricorre ai prestiti a breve termine sono in particolar modo le micro imprese che devono far fronte costantemente ad esigenze di liquidità, come l`anticipo delle fatture o lo scoperto di conto corrente.
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