Sgomberati dalla polizia trentasette immigrati costretti a vivere in un capannone sgangherato ma la Cgil insorge: “Intervento che non comprendiamo e non condiviamo”.
L’episodio è accaduto nella zona rurale di Eboli nella Piana del Sele, a una ventina di chilometri da Salerno. Qui gli immigrati, alcuni dei quali irregolari, “abitavano” in un ex conservificio dismesso che era stato sottratto a un imprenditore ritenuto vicino alla malavita organizzata e affidato, come sottolinea l’Ansa, all’agenzia per i beni confiscati.
Gli immigrati, come tantissimi altri che si trovano ad abitare in caseggiati cadenti della zona, vivono di giornate agricole e con ogni probabilità sono anche vittime del fenomeno del caporalato. Secondo gli inquirenti – e soprattutto le pressanti denunce dei residenti – l’ex fabbrica aveva sostituito in pieno il vecchio ghetto di San Nicola Varco, le cui condizioni igienico-sanitarie erano talmente precarie da indignare tutta l’Italia e avviare, qualche anno fa, un serrato dibattito sull’immigrazione.
E mentre le istituzioni plaudono al lavoro delle forze dell’ordine, si alza la voce fuori dal coro della Cgil che condanna lo sgombero. In una nota ufficiale, il sindacato spiega: “Credevamo che dopo lo sgombero di San Nicola Varco non avremmo più assistito ad interventi di forza nei confronti dei migranti, e invece a distanza di cinque anni la storia si ripete. Oggi, come allora, ripetiamo che azioni di questo tipo sono assolutamente inutili e non risolvono il problema del degrado”.
Il segretario provinciale di Salerno della Cgil afferma: “Oggi, come allora, abbiamo denunciato più volte le vergognose condizioni di vita che si vive all'interno di quei ghetti. L'intervento di oggi vanifica ogni tentativo di mettere in piedi politiche di accoglienza nei confronti di lavoratori agricoli che, è bene sottolineare, reggono sulle loro spalle e sullo sfruttamento delle loro braccia, una florida economia agricola. Gli sgomberi non risolvono alcun problema, adesso bisognerà capire dove dormiranno questa notte e nei prossimi giorni”.
E infine: “Abbiamo parlato più volte con quei migranti, si tratta per lo più di braccianti magrebini che non riescono a lavorare tutto il mese e, con le misere paghe che percepiscono, non sono in grado di pagarsi il fitto di un appartamento, con un minimo di aiuto avremmo potuto pensare a strutture di accoglienza per questi lavoratori. E invece siamo qui a commentare un intervento che non comprendiamo e non condividiamo, i ghetti bisogna chiuderli, ma prima di farlo occorre individuare soluzioni alloggiative alternative”.
Alla Cgil ha replicato il nucleo salernitano di Noi Con Salvini che accusa: “Il buonismo di sinistra ha ormai raggiunto vette non più
sopportabili. Ignoriamo il perché questi paladini dei clandestini protestino solo quando vengono operati gli sgombri, sospiro di sollievo per le popolazioni locali, e non quando camorra e imprenditori disonesti li schiavizzano”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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