Champagne, al di là dei «soliti noti»: tante cuvée da provare

È l’unico vino al mondo capace di essere allo stesso tempo lussuoso e popolare. Parliamo dello Champagne, ça va sans dire. Che ad onta di un’eccellenza qualitativa e di una varietà di interpretazioni forse mai così alta, vive in Italia - storicamente terzo Paese importatore dopo Usa e Gran Bretagna - un momento di appannamento dovuto alla crisi economica e alla tambureggiante rimonta delle bollicine «made in Italy», che d’altronde abbiamo spesso sponsorizzato in prima persona.
Un po’ per farci perdonare, un po’ per andare in controtendenza, un po’ su richiesta di vari lettori, eccoci a raccontare qualche etichetta di maison non troppo note ma comunque facilmente reperibile nelle migliori enoteche romane. Partiamo da Delamotte, maison storica nata 250 anni fa a Reims e oggi nel cuore della cosiddetta Côte des Blancs: i suoi prodotti sono classici, un po’ all’antica rispetto alla tendenza attuale di cuvée morbide e quasi «gonfie». Ecco quindi il Brut (Chardonnay al 50 per cento, Pinot Noir al 30 e Pinot Meunier al 20), che fa della puntuta acidità la sua caratteristica peculiare; il Brut Grand Cru Rosé (Pinot Noir con un saldo di Chardonnay) estremamente coinvolgente e bevibile; e il Blanc des Blancs nel millesimo 1999 che trascorre 60 mesi sui lieviti e ne esce magnificamente agrumato e minerale.
Spostiamoci ad Ay, dove c’è Henri Goutorbe, récoltant-manipolant, vale a dire coltivatore che produce solo con le sue uve, che fa della rigidissima selezioni delle uve coltivate nei soli 20 ettari e della vinificazione parcellare i cavalli di battaglia. Non c’è da sorprendersi, quindi, che le cuvée siano dei gioielli: in particolare la stupefacente Special Club 2002 (Pinot Noir all’80 per cento, Chardonnay al 20) dal naso floreale e mentolato e una bocca di enciclopedica complessità. Non facile da trovare, ma la ricerca vale assolutamente la pena.
Infine Henriot, maison di Reims con oltre due secoli di vita. Parole d’ordine: linearità ed eleganza.

Manifesto della filosofia aziendale il Brut Suverain, cuvée «base» di esemplare equilibrio, di quelle che un bicchiere tira l’altro. Più altezzoso il Blanc Souverain da Chardonnay in purezza, fresco e vellutato, un must da apertivo.

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