Il Chelsea in volo, Mancini finisce ko

I Blues demoliscono 7-2 il Sunderland e restano a +1 sullo United (3-0 sul Burnley). Bene l'Arsenal con Fabregas, ancora pari per il Liverpool. Prima sconfitta per il City di Mancini in casa dell'Everton. Rifiutata l'offerta di Cellino per il West Ham: il club va all'inglese Sullivan

UNA DOZZINA DI BUONI PROPOSITI. Se l'anno nuovo porta con sé l'inevitabile tendenza a fare programmi e propositi, il 2010 del Chelsea rischia di essere l'anno del gol. Dopo il 5-0 rifilato al Watford in FA Cup, la squadra di Ancelotti ha ripreso a correre anche in Premiership, dove a dicembre aveva patito qualche stop di troppo. Nel primo match di campionato senza Drogba (impegnato in Coppa d'Africa insieme ai compagni Kalou ed Essien, tra l'altro infortunatosi con il Ghana), i Blues demoliscono il Sunderland per 7-2 mandando segnali tutt'altro che pacifici alle inseguitrici. E anche all'Inter di Mourinho con cui si giocheranno gli ottavi di Champions League. A Stamford Bridge, bastano 34' per fare poker, così nella ripresa è solo accademia. Le doppiette di Anelka e Lampard (con i gol di Ashley Cole, Ballack e Malouda) valgono i tre punti per il Chelsea, che così sale a 48 punti in classifica, con una lunghezza di vantaggio sullo United e una partita in più da giocare. Gli unici problemi per Ancelotti arrivano dall'Africa, dove Essien ha abbandonato il ritiro del Ghana in anticipo per un infortunio al ginocchio che ne mette in dubbio la presenza per la sfida con l'Inter. Qualche grattacapo anche dal fronte rinnovi contrattuali, dato che una delle colonne dei Blues degli ultimi anni, Joe Cole, non ha trovato l'accordo economico con la società e sta pensando di andarsene. Nonostante una certa fragilità fisica e nonostante lo stesso Lampard (suo compagno fin dalle giovanili nel West Ham) abbia pubblicamente chiesto ai dirigenti di non lasciarlo partire, ora sul 28enne Cole si è aperta un'asta in cui - pare - anche il Milan sia pronto a farsi avanti per averlo a parametro zero a giugno.
UNITED ZITTO ZITTO. Non pare invece aver svoltato il Manchester United, che nelle prime due settimane di gennaio continua nell'altalenante collezione di prestazioni convincenti e clamorosi passi falsi. Archiviata l'eliminazione dalla FA Cup per mano del Leeds (scivolato in terza divisione) e metabolizzato l'1-1 con il Birmingham, la squadra di Ferguson si è risollevata all'Old Trafford contro il Burnsley. Non certo un test probante come il derby contro il City che si giocherà stasera per accedere alla finale di League Cup, ma comunque un match che esigeva i tre punti. Che sono arrivati grazie a un rotondo 3-0 firmato dalla premiata coppia Berbatov-Rooney e dal giovane Diouf. I Red Devils si mantengono così a un punto dalla vetta e con due lunghezze di vantaggio sull'Arsenal terzo, ma hanno giocato una partita in più rispetto alle due avversarie londinesi.
FABREGASATI. L'Arsenal dei baby, invece, continua a stupire. Sul campo del Bolton, i Gunners passano per 2-0 e ringraziano - tanto per cambiare - il loro faro di centrocampo, Fabregas. Il suo gol apre la strada per la vittoria e per l'ottavo risultato utile consecutivo (ultimo ko, quello nel derby contro il Chelsea). Arsenal che ora vede sbocciare anche l'erede di Fabregas: si chiama Fran Merida e - come il gioiello della nazionale spagnola - è catalano e cresciuto nelle giovanili del Barcellona, da dove i Gunners l'hanno prelevato. Un anno in prestito a San Sebastian, nella Real Sociedad che milita in Segunda Division, e poi il ritorno a Londra. Dove quest'anno ha debuttato in prima squadra, trovando domenica il primo gol in Premiership al suo terzo spezzone di partita.
TIRI MANCINI. È invece giunta per Roberto Mancini la prima sconfitta sulla panchina del Manchester City. I Citizens, infatti, sono incappati in un 2-0 senza attenuanti al Goodison Park di Liverpool, dove l'Everton decimo in classifica non ha lasciato scampo. Qualche critica dalla stampa inglese («al primo ostacolo decente, Mancini si è fermato») e quarto posto momentaneamente condiviso con il Tottenham, protagonista di uno scialbo 0-0 con l'Hull City. D'altronde le pretendenti all'ultimo biglietto per la Champions League 2010/11 non hanno brillato. Oltre al City e al Tottenham, anche Aston Villa e Liverpool non sono andate oltre il pareggio. I Reds si sono fatti rimontare il vantaggio in casa dello Stoke City, dove Huth nel recupero ha firmato l'1-1 finale. I Villans, invece, sono stati fermati in casa dal West Ham di Zola.
BYE BYE CELLINO. Appunto gli Hammers hanno visto oggi una svolta nella trattativa per la cessione della società. E a sorpresa non sarà Massimo Cellino a succedere ai magnati islandesi Gudmundsson e Magnusson al vertice della società di East London. Il comunicato di stamattina, infatti, ufficializza l'acquisto del 50% della società (con relativo controllo immediato del club) da parte di David Sullivan, che subentrerà come presidente insieme al socio David Gold, con il quale aveva in passato gestito il Birmingham City per sedici anni.

«Attonito» lo stesso Cellino, che aveva ricevuto un'accoglienza nefasta da parte della stampa britannica a causa di vecchie noie con la giustizia: «Lo hanno dato a chi ne ha preso solo la metà, mentre io ero pronto a comprare il 100% delle quote», ha spiegato il presidente del Cagliari. Per la cronaca, con il pareggio di domenica il West Ham di Zola (a cui i nuovi proprietari hanno già rinnovato la fiducia) è al terz'ultimo posto, in coabitazione con Hull City e Wolverhampton, a quota 19 punti.

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