«Chi era al volante? Il segreto è legittimo»

Un giudice di pace sospende l’obbligo di comunicare il guidatore: «È incostituzionale»

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C’è l’ombra dell’incostituzionalità su un articolo del nuovo codice della strada. Un giudice di pace della capitale ha sospeso l’obbligo per il cittadino di comunicare alla pubblica amministrazione il nominativo e la patente di chi era alla guida del proprio veicolo responsabile di una infrazione riservandosi di investire la Corte Costituzionale sulla legittimità della norma (ex articolo 126 bis comma 2 del codice della strada) che impone l’onere della dichiarazione a carico del proprietario del veicolo.
Lo rende noto l’avvocato Giacinto Canzona, secondo il quale la decisione in questione è la prima adottata in Italia.
Il procedimento ha preso lo spunto dal verbale di contravvenzione notificato ad un automobilista nel quale si invitava lo stesso ad indicare chi fosse alla guida del suo veicolo al momento dell’infrazione (parcheggio in zona riservata) pena «l’applicazione di una pesante sanzione amministrativa da 357 a 1.433 euro».
Da qui il ricorso all’ufficio del giudice di pace con la contestazione della norma in quanto introduce un inammissibile carico dell’onere di una prova «potenzialmente pregiudizievole specie nei confronti dei propri familiari».
La norma, secondo l’avvocato Canzona, cozza con l’articolo 199 del codice di procedura penale nella parte in cui prevede l’astensione a deporre per i prossimi congiunti dell’indagato-imputato.
Al contrario, ha sostenuto il legale, l’ex articolo 126 bis comma 2 del codice della strada, obbliga il cittadino a rendere una dichiarazione comunque pregiudizievole eventualmente anche contro un prossimo congiunto, qualora quest’ultimo si trovasse alla guida del veicolo al momento dell’infrazione.
Il giudice di pace ha quindi sospeso tale obbligo riservandosi di rivolgersi, sul punto, alla Consulta.


«Si tratta di un’importante decisione - ha commentato l’avvocato Canzona - che, in seconda battuta, dopo la prima sentenza della Corte Costituzionale sulla sottrazione di punti in mancanza del fermo, potrebbe definitivamente “purgare” la legge della patente a punti da inaccettabili disposizioni lesive dei diritti del cittadino e, segnatamente, dell’utente della strada».

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