Chiude la scuola del sei politico «Noi, i prof in ostaggio del ’68»

Dal prossimo settembre l’istituto Correnti sarà assorbito dal liceo Severi. «I capi della rivolta proletaria? Ora girano in giacca e cravatta»

Augusto Giustizieri, una vita al Cesare Correnti, uno degli istituti professionali che ha dato all’industria milanese del miracolo economico la manodopera qualificata. Se ne va in pensione, e con lui sparisce anche la scuola. Dal prossimo settembre, infatti, il plesso scolastico di via Alcuino diventerà la sede del liceo scientifico Severi. Il Correnti, nel bene e nel male, è un pezzo di storia importante della scuola milanese che il professor Giustizieri ha vissuto per 35 anni: dal 1973 come docente, dal 1985 come preside. E all’esordio i tempi duri della contestazione studentesca, al Correnti particolarmente infuocata: qui gli studenti arrivarono a pretendere il «sei politico», una richiesta più che altro simbolica, che nei fatti non ha mai trovato credito.
«Erano tempi in cui gli studenti cercavano di occupare in tutti i modi la scuola – ricorda Giustizieri –. Assemblee continue, e messa in discussione di tutto. Persino del diritto dovere del docente a valutare e dare voti. Per loro il sei politico era il modo di pretendere la promozione assicurata, perché dicevano che ai proletari era dovuta. Ma noi non abbiamo ceduto». Un clima di confusione, comunque, entro il quale tutto era possibile. E non solo da parte degli studenti. Basti ricordare lo scandalo dei diplomi che proprio al Correnti, nelle maturità per odontotecnici, aveva trovato terreno particolarmente fertile. «Ma noi docenti non avevamo alcuna responsabilità – sottolinea Giustizieri –, perché tutto si giocava in provveditorato dove si nominavano commissioni d’esame addomesticate che davano il diploma anche a chi non aveva frequentato un giorno di lezione». Uno scandalo clamoroso, che aveva portato in carcere funzionari del provveditorato corrotti, ispettori ministeriali, titolari di diplomifici. Anni duri da superare, ma col tempo la situazione era tornata normale.
E gli studenti del «sei politico»? Ormai è solo un ricordo sbiadito che non ha lasciato alcun segno. «Ho incontrato una volta uno dei capi della contestazione – racconta il preside –. Molto ossequioso, in giacca e cravatta con aria da piccolo manager. Così sono finiti». Quando Augusto Giustizieri assume l’incarico di preside al Correnti ci sono oltre tremila iscritti: ragazzi che cercano una qualifica professionale per poter trovare subito un impiego. «Da noi – continua il preside – chi arriva alla qualifica viene subito assunto. Anche ora, nonostante che le ore di laboratorio siano state drasticamente ridotte dai nuovi programmi dell’istruzione professionale. E questo la dice lunga su quel che si dovrebbe fare nella nostra scuola».

Al Correnti oggi gli iscritti sono meno di 400: per questo dal prossimo anno verrà assorbito dal liceo Severi. Di fatto una scuola mestamente arrivata al capolinea. Come il suo preside, arrivato alla pensione dopo un’onorata quanto intensa carriera.

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