Il Ciad chiude le frontiere per difendersi dal terrorismo

Il Ciad ha chiuso la frontiera con la Libia per impedire eventuali infiltrazioni nel Paese da parte di uomini legati a gruppi islamisti

Il Ciad chiude le frontiere per difendersi dal terrorismo

E' una decisione radicale e che non ha lasciato indifferente il mondo politico dell'Africa quella adottata dal Ciad che ha deciso di chiudere la frontiera con la Libia. Il primo ministro Albert Pahimi ha infatti dichiarato in un messaggio radio televisivo: '' In virtù dei pericoli che minacciano il nostro territorio nazionale, il governo ha deciso da un lato di procedere alla chiusura della frontiera terrestre con la Libia e poi di dichiarare le regioni confinanti con la Libia, zone di operazioni militari''.

Le aree interessate dalla decisione del governo di N'djamena sono zone principalmente desertiche e disabitate, ma proprio per questo sono are in cui vige il contrabbando e il traffico illegale di armi e uomini. La chiusura della frontiera con la Libia rientra nella lotta radicale che il governo di Deby sta conducendo nei confronti del terrorismo.

Il Paese infatti si trova accerchiato da numerose formazioni islamiste. Boko Haram al sud, l'Isis al confine con la Libia e poi non mancano le sigle dell'internazionalismo del Sahel che orbitano nell'area desertica che circonda il Ciad.

Per difendersi dallo jihadismo il Paese aveva già vietato in passato l'utilizzo del niqab (In Ciad il burqa diventa illegale) e ora la decisione di bloccare la frontiera è l'ultima di una serie di misure restrittive.

Il perchè dell'urgenza di militarizzare la zona l'ha sempre spiegato il primo ministro alle telecamere e ai microfoni nazionali dichiarando che alcune formazioni jihadiste allo sbando si starebbero ritirando verso il sud della Libia nella zona di frontiera con il Ciad. ''Il nord del nostro Paese si trova potenzialmente esposto a una grave minaccia d' infiltrazione terroristica'', è stata la chiosa lapidaria di Albert Pahimi.

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