Ciclismo, la Guderzo conquista il bronzo

Bella impresa della italiana nella prova femminile su strada. "devo ancora capire che cosa ho fatto..." L'oro è andato all'inglese Nicole Cooke, l'argento alla svedese Emma Johansson

Ciclismo, la Guderzo conquista il bronzo

Pechino - Dallo choc della positività della campionessa del mondo, Marta Bastianelli, al bronzo olimpico della Guderzo: è la rinascita olimpica del ciclismo azzurro al femminile. A portarlo sul podio a Giochi è Tatiana Guderzo, veneta come Rebellin che ieri aveva regalato agli azzurri l' argento. Grazie alla caparbietà e alla forza di questa ragazza, già medaglia d'argento ai mondiali di Verona nel 2004, il tricolore si è alzato sulla muraglia cinese. Una impresa, quella di Tatiana, che dà serenità alla federciclo, conferma la qualità del tecnico Dino Salvoldi, e porta il presidente Renato Di Rocco a dire "non ci fermiamo qui, aspetto altre medaglie".

Un bronzo per cancellare settimane di tormento, di angoscia e disperazione. Quel farmaco dimagrante contenente doping, che aveva tagliato fuori la Bastianelli dai Giochi, quando già si pensava a fare le valigie per Pechino, aveva sconquassato l' ambiente, ma questa gioia annulla tutto. Non è casuale che la ragazza di Marostica, paese che aveva già dato al ciclismo Giovanni Battaglin (un Giro e una Vuelta nel palmares), quando lascia la sala delle conferenze pensa proprio al momento del ciclismo. "Questa medaglia è un modo per dare gioia al ciclismo femminile.

Il riferimento alla vicenda di Marta non emerge chiaramente, ma la gioia a cui fa riferimento è un modo per annunciare 'la quiete dopo la tempesta'. Tempesta, appunto. Come quella meteo che si abbatte sulla corsa, che costringe le ragazze a correre in mezzo a torrenti d' acqua che producono cadute a raffica con alcune (una cinese e una coreana) che finiscono anche nei fossetti di cemento (pericolosi) a bordo percorso. O come quella che agonisticamente innesca la Guderzo a 22 chilometri dal traguardo, quando fa una sparata per andare a riprendere due fuggitive (una russa e una inglese). Davanti restano in tre, il gruppo le riprende. Ma la veneta ha troppa energia per restare nell' anonimato. Così, dopo aver ripreso fiato, fa un altro 'temporale'. A 13 km dal traguardo (126 totali sullo stesso percorso degli uomini) riparte da sola, fa il vuoto per un po' e quando mancano meno di 10 km è raggiunta dalla svedese Johansson, la britannica Cooke, l' austriaca Soeder e la danese Serup. Solo loro a giocarsi le medaglie. Cooke oro, Johansson argento e Guderzo bronzo: sotto la tempesta che si abbatte sulla muraglia cinese l' Italpedale in rosa vede una luce luminosa, come le sue unghie azzurro metallizzato. "Non sono così in onore alla nazionale, ma al mio morale: quando è alto scelgo questo colore". Si sentiva bene, voleva una gara dura, l' ha fatta: con coraggio perché "se arrivava un gruppetto più ampio finivo decima. Invece il podio me lo sentivo".

Ora la ragazza, 24 anni, 17 trascorsi in bicicletta ("ho cominciato a sette anni dopo aver tanto rotto le scatole ai miei genitori"), punta ai mondiali di Varese. Lei, ragioniera che frequenta Scienze motorie, ha già fatto i calcoli. "Varese è lontana. Ma questa medaglia è solo l' inizio".

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