La passerella finale nella Città Eterna non ha deluso le aspettative degli amanti del ciclismo, intervenuti in gran numero sul circuito cittadino che chiude il Giro d’Italia 2023. Tappa semplice, piatta e non troppo lunga, fatta apposta per i velocisti. C’è spazio per un tentativo di fuga che viene riassorbito prima dell’ultimo giro, dove si scatena la lotta per prepararsi alla volata di gruppo. Gaviria parte presto, marcato stretto da Milan ma la benzina è quasi finita. Il campione britannico, invece, ne ha abbastanza per avere la meglio sui rivali e chiudere da solo sul traguardo. Gara perfetta la sua, una soddisfazione meritata visto il rapporto con l’Italia e il ritiro annunciato pochi giorni fa. Finale all’insegna dei buoni sentimenti per un Giro non perfetto, con qualche polemica di troppo ma che, comunque, ha tenuto vivo il rapporto tra i fanatici delle due ruote e la corsa rosa.
In giro per la capitale
Poco più di 125 chilometri, tutti in pianura, a zonzo tra i luoghi più belli della Città Eterna e dei dintorni, una passerella finale poco usuale per questo Giro d’Italia 2023. Con tutti i verdetti della corsa rosa già emessi, spazio per i velocisti, che proveranno a giocarsi le loro carte in volata per staccare l’ultima vittoria di tappa.
Dopo la tanta fatica degli ultimi giorni, probabile che il gruppo andrà ad andatura più che turistica fino agli ultimi chilometri, dove chi è riuscito a sopravvivere alle montagne inizierà a sgomitare per arrivare al rettilineo finale nella posizione migliore. Le sorprese, comunque, non potrebbero mancare visto che il circuito di 13,5 chilometri all’interno di Roma non è del tutto privo di insidie.
Parte una fuga a tre
Come prevedibile, si parte decisamente piano, tanto da consentire ad uno dei papabili per la vittoria, Mark Cavendish, di fermarsi al lato della strada per aggiustarsi gli scarpini. Nel giro di neanche un chilometro i pochi sopravvissuti dell’Astana lo riportano in coda al gruppo. L’aria di ultimo giorno di scuola è palpabile, anche quando nelle retrovie l’intera Jumbo-Visma si prende il lusso si pedalare fianco a fianco, tutti abbracciati. Sembra poco, ma la squadra olandese è l’unica, assieme alla Bahrain Victorious, ad arrivare a Roma con tutti gli effettivi. Il tempo di arrivare ad Ostia e dare un’occhiata o due al Mar Tirreno e si ritorna subito verso la capitale, un momento speciale per chi, da Cavendish alla maglia azzurra Thibaut Pinot, ha annunciato che questo sarà il suo ultimo Giro. C’è anche tempo per una bella chiacchierata tra Geraint Thomas e Primoz Roglic, che passano il tempo come due cicloamatori normali nonostante se le siano date di santa ragione sulle montagne. Primo podio per il gallese dopo la vittoria al Tour mentre lo sloveno riesce a far meglio del terzo posto del 2019, il secondo al Tour ed i tre trionfi alla Vuelta.
Quando si inizia il primo dei sei giri del circuito romano, ancora nessuna traccia di una fuga. I candidati non mancherebbero, da Ben Healy ad Eddie Dunbar ad uno come Derek Gee, che raramente si lascia scappare l’occasione di lasciare il gruppo. La Jumbo-Visma, per non saper né leggere né scrivere, alza il ritmo per tenere a mollo i bollenti spiriti. Il canadese, almeno dal punto di vista aritmetico, avrebbe ancora una minima possibilità di strappare la vetta della classifica a punti al friulano. A partire, invece, sono in tre: il primo a scattare è Maxime Bouet, seguito poi da Cesare Benedetti e Tom Skujins. Nonostante la reazione della Movistar, riescono a portarsi avanti di una trentina di secondi ma con 70 chilometri da percorrere, le probabilità che ce la facciano non sono molte. Sul primo traguardo volante, Skujins regola Bouet e Benedetti ma la vera notizia arriva dalla volatina del gruppo, dove Gee non fa meglio del quinto posto. A questo punto la maglia ciclamino di Jonathan Milan, che ha forse risparmiato le forze per la volata finale, è al sicuro.
Milan c'è, Cavendish ne ha di più
Il secondo giro viene compiuto con un tempo decisamente più rapido, con le squadre dei velocisti che rendono il ritmo insostenibile per i fuggitivi, che perdono secondi su secondi. Le sezioni di sampietrini non sono molte ma considerata la velocità di oggi, vanno affrontati comunque con una certa cautela. Dopo qualche minuto, si capisce che forse lasceranno fare la fuga almeno fino all’ultimo giro, per evitare che partano azioni più importanti. La Bahrain Victorious, ad esempio, spinge ogni tanto ma senza dannarsi l’anima: per portare Milan agli ultimi 300 metri serviranno parecchie energie. A 30 chilometri dalla fine, ci si inizia a preparare per il secondo traguardo volante, che metterà in palio tre secondi per chi arriverà primo. Visto che il vantaggio della maglia rosa su Thomas è di soli 14 secondi, la Jumbo-Visma si mette davanti a sorvegliare la situazione e dare un’accelerata ulteriore. Gli abbuoni se li prendono i tre fuggitivi e quindi la squadra di Roglic può tornare tranquillamente nei ranghi.
A due giri dalla fine, situazione sempre stabile mentre al traguardo arriva il Presidente della Repubblica Mattarella che, per la prima volta, assisterà all’arrivo del Giro d’Italia e procederà alla premiazione della maglia rosa. Sulla campanella dell’ultimo giro, a rompere gli indugi è Magnus Cort Nielsen, che accelera secco e si ricongiunge ai fuggitivi, che però vengono ripresi dal gruppo che, ora, non ha più voglia di scherzare. Sulle strade del centro, il peloton si allarga, con i vari treni che iniziano ad organizzarsi; mancano ancora 11 chilometri all’arrivo ma non è mai troppo presto per mettere in chiaro le cose. Dainese perde l’appoggio di Mayrhofer, che avrebbe dovuto lanciarlo sul traguardo ma il ritmo rimane molto sostenuto. A questo punto è probabile che si arrivi alla settima volata di gruppo di questo Giro d’Italia. Ineos, Bahrain, UAE e Jumbo si danno il cambio al comando per evitare attacchi improvvisi. Derek Gee non se la sente di finire una tappa senza attaccare e ci prova con l’aiuto di Mirko Maestri. Tentativo velleitario, ma comunque apprezzabile da parte del canadese.
A tre chilometri dall’arrivo Gaviria ed Ackermann sembrano messi bene ma i protagonisti previsti sembrano essere tutti lì, pronti a colpire. Cavendish si fa vedere, Thomas tira per quasi un chilometro, come se volesse aiutare un vecchio compagno di squadra. L’ultimo chilometro si beve tutto d’un fiato: Gaviria parte presto, Milan non riesce a reggere il passo ma ad averne più di tutti è proprio Mark Cavendish, che vince da solo sul traguardo di Roma. Gran festa per lui e per l’Astana, il finale da sogno per un rapporto speciale tra il Bel Paese e il ciclista britannico, che oggi non ha sbagliato niente. Alberto Dainese fa tutto bene ma non riesce ad andare oltre al quarto posto.
C’è anche una caduta negli ultimi metri che tira giù un paio di ciclisti, tra cui Ackermann, ma è comunque il risultato che molti in gruppo accettano più che volentieri. Il Giro d’Italia si chiude qui, con la zampata del campione e la festa delle due ruote per i tanti spettatori. Ci vediamo l’anno prossimo.Classifica di tappa e generale
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