I punti chiave
Il duello più atteso da tutti non si è visto, ma è stata comunque una Liegi-Bastogne-Liegi storica grazie alla doppietta messa da Remco Evenepoel, tornato alle gare un mese dopo la Volta Catalunya per confermarsi campione della Doyenne. La sfida con il “cannibale” Tadej Pogacar è durata solo 85 chilometri, quando lo sloveno cade male e si frattura in più punti il polso. Una volta ritirato il suo rivale numero uno, il corridore della Soudal-Quick Step scompagina il gruppo con un attacco secco sulla Redoute, per poi lasciarsi dietro tutti a 29 chilometri da Liegi.
I compagni di fuga provano a reggere ma oggi non ce n’è davvero per nessuno. Il belga arriva da solo, nella pioggia, riuscendo in un’impresa che non si vedeva dai tempi di Michele Bartoli. Per vedere un campione del mondo trionfare a Liegi bisogna risalire dieci anni più indietro, fino al 1987. Sul podio arrivano Thomas Pidcock e Santiago Buitrago mentre gara da dimenticare per gli azzurri, con Giulio Ciccone che sfiora l’impresa ma poi cala nel finale e chiude solo 13°.
La gara
Il gran finale delle classiche del nord parte in una giornata uggiosa, segnata dalla solita pioggia che nelle Ardenne si vede spesso e volentieri. Se il 23enne belga era tra i favoriti della vigilia, tutti i riflettori erano puntati sullo sloveno, che sta vivendo un periodo di forma davvero straordinario, con 12 vittorie in 18 giorni di corse. Il piano della Soudal-Quick Step si rivela già dai primi chilometri: tenere alto il ritmo della gara per mettere Evenepoel in condizione ideale per un attacco. Il piano della squadra viene rivoluzionato dalla rovinosa caduta di Pogacar, coinvolto nella caduta del ciclista della EF-EasyPost Mikkel Honoré. Contenere il belga sembra complicato ma l’azione più seria arriva sulla Côte de Wanne, a più di ottanta chilometri dall’arrivo per un’azione seria, ispirata da Tratnik, Sheffield e Madouras. La Soudal-Quick Step, però, è pronta a reagire e mette in moto i gregari, a partire dal francese Julian Alaphilippe, per ricucire la fuga e fiaccare la resistenza dei rivali prima delle difficoltà decisive, quelle dove si fa la differenza.
Come successo l’anno passato, Evenepoel mette il primo strappo sulla Côte de la Redoute, un’azione secca, decisa alla quale risponde solo il britannico Pidcock. Il belga, però, non ha alcuna intenzione di portarselo dietro fino al traguardo e lo mette costantemente sotto pressione. Quando, a meno di 30 chilometri dall’arrivo, mette un’altra accelerazione, non può che lasciarlo andare. La strada, inzuppata dalla pioggia, non aiuta il gruppo a mettere in piedi un’azione coordinata ed Evenepoel non ha altro da fare che gestire il vantaggio per presentarsi a Liegi ancora una volta in splendida solitudine, portandosi a casa la Doyenne per la seconda volta consecutiva. Alle sue spalle, Giulio Ciccone è l’unico degli italiani che sembra averne per puntare almeno al podio. Con il belga avanti di una quarantina di secondi, prima si riporta su Pidcock ma poi non riesce ad evitare che altri corridori formino un gruppo di una ventina di unità.
Evenepoel allunga fino ad un minuto e mezzo, con gli inseguitori che non vogliono rischiare cadute. Sull’ultima salita, Healy, Buitrago e Pidcock se ne vanno, battendosi poi per il podio in volata. La cavalcata trionfale del belga finisce tra sorrisi ed emozione del pubblico, Pidcock arriva secondo, Ciccone non riesce invece a farsi strada nella volata per l’ottavo posto. Il segnale che Evenepoel ha lanciato a tutti è chiarissimo: il favorito per il Giro d’Italia è lui e ci vorrà una mezza impresa per togliergli dalle spalle la maglia rosa.
Pogacar costretto ad operarsi
Il favorito d’obbligo per la Liegi-Bastogne-Liegi immaginava di finire la giornata in maniera molto diversa. Invece di alzare le braccia al cielo, passerà i prossimi giorni in ospedale, dove sarà operato d’urgenza dopo essere coinvolto in una caduta rovinosa in gara. Lo staff medico della UAE Team Emirates ha confermato che lo sloveno si è procurato diverse fratture e che sarà costretto a fermarsi per qualche tempo. Il dottor Adrian Rotunno ha infatti detto che “Tadej ha avuto fratture allo scafoide destro e alle ossa semilunate. Questo pomeriggio la frattura allo scafoide sarà trattata con un’operazione da uno specialista della mano qui in Belgio, a Genk”. La squadra dello sloveno non ha confermato quanto dovrà rimanere fermo il corridore o quando potrà almeno tornare ad allenarsi ma infortuni del genere sono difficili da recuperare in tempi rapidi. Possibile quindi che Pogacar rimanga fuori per almeno un mese.
A parte il dispiacere per non aver potuto completare il trio delle classiche dopo essersi aggiudicato sia la Amstel Gold Race che la Freccia Vallone, l’infortunio non rovinerà del tutto i piani di Pogacar, che aveva già previsto di saltare il Giro d’Italia e concedersi un periodo di riposo per preparare al meglio il suo vero obiettivo stagionale, il Tour de France. Infortuni del genere, però, sono abbastanza rognosi e non è detto che non ci siano complicazioni. La speranza di tutti gli amanti del ciclismo è quella di vederlo tornare al massimo per un duello memorabile con Wout Van Aert nella Grande Boucle.
L'ordine d'arrivo
1. R. EVENEPOEL (Soudal-Quick Step) 6h15'49''
2. T. PIDCOCK (INEOS Grenadiers) +1'06''
3. S. BUITRAGO (Bahrain-Victorious) st
4. B. HEALY (EF Education-EasyPost) +1'08''
5.
6. G. MARTIN (Cofidis) +1'25''
7. T. BENOOT (Jumbo-Visma) +1'37''
8. P. KONRAD (BORA-Hansgrohe) +1'48''
9. M. SKJELMOSE (Trek-Segafredo) st
10. M. HIRSCHI (UAE Emirates) st
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