Non c’è Pasqua senza l’Inferno del Nord. La 120^ edizione di quella che i francesi, con la solita prosopopea, amano definire “la Reine”, la regina delle Classiche, rallegrerà la domenica di festa per tutti gli amanti delle due ruote. La terza Monumento dell’anno è una corsa d’altri tempi, la più temuta dai ciclisti ma anche capace di riconsegnare le sensazioni dell’epoca eroica del ciclismo. Nei 256 chilometri da Compiègne al Velodromo di Roubaix si vedrà davvero di tutto, specialmente se il meteo non sarà clemente. Tre ore di vero inferno, tra l’infido pavè, le pietre, il fango che rendono la Roubaix la gara più imprevedibile dell’anno. A poche ore dalla partenza di questa corsa mitica esaminiamo il percorso, l’ampia rosa di favoriti e le tante curiosità di questo appuntamento imperdibile per chi ha la bici nel cuore.
Un percorso "infernale"
Le fondamenta di una delle gare più storiche sono sempre le stesse: si parte dal centro di Compiègne e si arriva, con il fango anche dentro le orecchie, nel famoso velodromo di Roubaix ma le modifiche di anno in anno non mancano. Anche quest’anno i primi chilometri saranno più o meno tranquilli, ma a 160 chilometri dall’arrivo inizia la Roubaix vera con il temutissimo settore 29, i 2200 metri di Troisvilles à Inchy che vedono il primo impatto col pavé. Il percorso, quest’anno, sarà ancora più complicato del solito, visto il ritorno del tratto di Haspres, inserito l’ultima volta nel 2004. Per avere le prime risposte bisognerà però aspettare il settore 19, il primo tratto considerato dall’organizzazione “estremamente difficile”, quella Foresta di Aremberg che dal 1968 ha segnato il punto di svolta di tante Roubaix.
A sgranare ulteriormente il peloton ci potrebbe pensare il settore 11, i tre chilometri di Mons-en-Pévèle, primo tratto a cinque stelle dopo i 200 chilometri ma è probabile che la gara si deciderà negli ultimi 20 chilometri, specialmente nel tratto di Campin-en-Pévèle, i quasi due chilometri intitolati al "cannibale" Eddy Merckx, seguiti dai 2100 metri del Carrefour de l’Arbre, un uno-due massacrante che potrebbe fare la differenza. Superati indenni l’ultimo passaggio a livello, gli ultimi 10 chilometri saranno più semplici, con gli ultimi settori dedicati alla preparazione dell’avvicinamento al velodromo. Gli ultimi 800 metri saranno all’interno dell’impianto, con l’ultimo giro che potrebbe risolversi in una volata. Occhio, però, che l’impianto di Roubaix è più lungo degli altri velodromi e potrebbe trarre in inganno chi è abituato a correre su pista.
Ganna: "Punto tutto sulla Roubaix"
Se i tanti tifosi che si assieperanno sulle strade francesi faranno sicuramente il tifo per i padroni di casa, gli occhi degli appassionati italiani saranno tutti puntati su Filippo Ganna, capitano della Ineos Grenadiers, che fin dal secondo posto alla Milano-Sanremo aveva fatto capire a tutti di puntare a far bene nell’Inferno del Nord. Aver fatto bene nella Monumento italiana sembra aver caricato a mille il ciclista piemontese, convinto di poter fare davvero bene. Sebbene non goda dei favori del pronostico, Ganna potrebbe essere una delle sorprese di questa Roubaix. Eppure, in un’intervista a L’Equipe, il gigante di Verbania ha confermato il suo rapporto conflittuale con questa corsa, che è riuscito a vincere solo da under 23 nel 2016. “La gente dice che la Parigi-Roubaix è una gara fantastica, ma non è così. E' divertente per le persone che la guardano in televisione o dal ciglio della strada, seduti in un camper. Ma i corridori non possono dire che gli piaccia. Devi essere un po' matto per amare la Roubaix. E' una corsa dolorosa, mette a dura prova il fisico”.
A 26 anni l’azzurro è al top della condizione e si è dimostrato in grado di far bene nelle classiche ma con la Roubaix ha un conto aperto. Dopo la delusione dell’anno scorso, con un 35° posto da dimenticare, la voglia di rifarsi è tantissima. Alzare le braccia al cielo nel velodromo più famoso del ciclismo sarebbe un modo perfetto per dare il la ad una stagione già promettente. Ganna ammette che la gara “è come una roulette” ma è comunque ottimista. “L'anno scorso sono stato male poche settimane prima. Non ero al massimo della forma. Questa volta è molto diverso. Ho buone ragioni per crederci”. Con lui, ovviamente, vanno le speranze dei tifosi italiani di poter doppiare l’impresa di Sonny Colbrelli nel 2021.
Chi potrebbe vincere
Se nel 2022 fu Dylan Van Baarle a trionfare a Roubaix, il parco dei papabili quest’anno è parecchio affollato, a partire dai delusi del Giro delle Fiandre, Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert, con l’alfiere della Jumbo-Visma ansioso di fare meglio del secondo posto dell’anno scorso. Il belga è un esperto del pavé ma domenica scorsa è caduto e potrebbe non essere al massimo della condizione. Vista l’assenza di Tadej Pogacar, più facile che a dar filo da torcere ai maestri del nord sia il danese Mads Pedersen, favorito in caso di volata.
A parte Stefan Küng, che l’anno scorso arrivò sul gradino più basso del podio, possibile anche una buona prova di Christophe Laporte ma occhio anche all’azzurro Matteo Trentin. L’alfiere della UAE Team Emirates era apparso in palla al Fiandre, con una lunga fuga ed un decimo posto tutto sommato positivo. La sua esperienza nel ciclocross potrebbe fare la differenza, specialmente se il meteo dovesse volgere al peggio. Dylan Van Baarle è reduce dalla caduta sul pavé nel finale della Saxo Classic e quindi potrebbe non essere al 100%. In realtà, però, è quasi impossibile prevedere come andranno davvero le cose. Nella Roubaix può succedere davvero di tutto...
Molto più di una corsa
La “Pascale” è una delle gare più seguite al mondo, trasmessa in ben 190 paesi, ma negli anni si è costruita una rilevanza che va ben oltre l’ambito sportivo, trascendendo nel mito. E pensare che nacque dalla passione per le due ruote di due imprenditori locali che si occupavano di tutt’altro. Maurice Perez e Théophile Vienne avevano fatto fortuna nell’industria tessile, una delle pietre angolari della ricchezza di questa regione nella seconda metà dell’Ottocento. Fu grazie a loro che si costruì un velodromo monumentale all’interno del Parco Barbieux del comune di Roubaix, un impianto non comune a quei tempi che attirò l’attenzione di ciclisti ed imprenditori. Nel febbraio del 1896 si decise di organizzare una corsa in linea che avrebbe portato dalla capitale al famoso velodromo, una gara che da allora non fa che emozionare gli appassionati di tutto il mondo.
Il ciclismo è entrato a far parte dell’identità di questa cittadina anche dopo che le industrie tradizionali sono andate in crisi. Il Vélo Club Roubaix, fondato da quell’André Pétrieux cui è stato dedicato il velodromo, è ancora molto attivo in diverse discipline. La passione di questa terra per le due ruote è culminata nella creazione di una squadra professionistica, la Go Sport-Roubaix Lille Métropole, che compete nel secondo livello dell’UCI, il Continental Tour. Se il pavé è l’incubo dei ciclisti, da queste parti è qualcosa da proteggere ad ogni costo. I 29 settori di pavé di questa edizione, per una lunghezza di 54,5 chilometri, sono difesi e garantiti non dalle istituzioni ma da un’associazione di volontari, gli Amici della Parigi-Roubaix. Oltre ad occuparsi della complicata manutenzione del selciato, dal 1977 questa associazione si occupa delle tante attività relative all’ambito culturale. Insomma, sarà un inferno, ma decisamente ordinato.
Dove seguirla in tv
Vista la lunghezza e le difficoltà del percorso, questa classica impegnerà i ciclisti per oltre sei ore, riprese interamente dall’ASO. Partenza prevista per domenica 9 aprile dal ritrovo di Compiègne alle ore 11.10. La bandiera sarà sventolata quindici minuti dopo, come avviene di solito in queste gare. L’edizione 2022 è stata la più veloce di sempre ma la cronotabella fornita dall’organizzazione prevede l’arrivo tra le 17.07 e le 17.40. Un appuntamento imperdibile per gli amanti del ciclismo, legatissimi a questa gara mitica.
La Rai si è aggiudicata i diritti per la Parigi-Roubaix 2023 e l’edizione maschile sarà trasmessa sul canale Rai Sport HD a partire dalle 13. Tre ore dopo ci sarà il solito cambio di rete, con il finale della gara che verrà trasmessa su Rai 2 fino alle ore 18. Se, invece, non volete perdervi nemmeno un minuto della Roubaix, potrete seguirla in maniera integrale sui canali di Eurosport. In questo caso la diretta partirà dalle 10.30 per concludersi alle 18. Per gli abbonati Sky l’opzione più semplice è il canale Eurosport 1 oppure, in alternativa, la piattaforma digitale Eurosport.it.
Visto il pensionamento dell’Eurosport Player, le opzioni di streaming sono molteplici: Eurosport è infatti disponibile su Sky Go, NowTV, DAZN, Tim Vision e, ovviamente, l’app Discovery +. Buona Roubaix a tutti!- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.