Tour, tappa e volata emozionante. Al fotofinish Mohoric beffa Asgreen

Nonostante la stanchezza, tappa elettrica, corsa a velocità folle ma ci vuole il fotofinish per decidere che lo sloveno ha messo un pneumatico avanti al danese proprio sul traguardo. Sfortunati Bettiol e Trentin che non riescono a riprendere i fuggitivi

Fonte: Twitter (@LeTour)
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Doveva essere una tappa di tutto riposo ma, evidentemente, in questo Tour de France la noia è stata dichiarata fuorilegge. Ennesima giornata pazza, all’insegna degli attacchi e dei tentativi da parte delle squadre dei velocisti per arrivare alla volata di gruppo. Velocità media altissima ma, ancora una volta, si finisce con una mini-volata tra i tre fuggitivi. Ci vuole qualche minuto prima che il fotofinish stabilisca che la vittoria se l’è presa Matej Mohoric, che con un colpo di reni micidiale ha beffato il danese Asgreen, impedendogli di ripetere l’impresa di ieri. Sfortunati gli azzurri Bettiol e Trentin che provano ad andarli a riprendere ma devono arrendersi vista l’assenza di compagni di squadra. Domani si farà decisamente sul serio, con tante salite a mettere a rischio il primato di Giulio Ciccone, ad un passo dalla storica maglia a pois, che in Italia manca dai tempi di Claudio Chiappucci.

Campenaerts ancora in fuga

Dopo la beffa di ieri, quando il gruppo non è riuscito a riprendere i fuggitivi, partiti appena si è abbassata la bandiera verde, quando la carovana del Tour si è rimessa in moto, l’intenzione di molti era quella di non lasciar partire una fuga importante. La circolare, evidentemente, non è arrivata al belga Campenaerts che, appena possibile, saluta la compagnia e se ne va. L’azione del belga non ha fortuna, come succede poco dopo a Peter Sagan, che avrebbe una gran voglia di farsi vedere in questo Tour molto anonimo per lui. Niente da fare neanche per il campione slovacco, con il gruppo che arriva compatto al primo GPM di giornata, la salita di quarta categoria della Côte du Bois de Lionge. Se ne vanno Mads Pedersen ed Alexei Lutsenko, che si porta a casa il punto per la classifica scalatori. Giulio Ciccone, che prima della partenza ha incontrato il mito Eddy Mercxx, non si preoccupa: l’importante per l’abruzzese sarà arrivare in buona condizione al tappone sui Vosgi di domani.

L’azione più interessante parte qualche chilometro dopo, quando è un gruppetto di ciclisti niente male ad andarsene: a parte i soliti Campenaerts e Pedersen, anche l’azzurro Trentin e il padrone di casa Alaphilippe, sempre a caccia della prima vittoria di tappa a questo Tour. Stavolta il gruppo li lascia fare, tanto che la fuga accumula circa 1’10” sul primo troncone del peloton, che si è spezzato in due. Tanta la stanchezza in gruppo, quindi ci vogliono parecchi chilometri prima che un paio di squadre si prendano il peloton sulle spalle e provino a riassorbire i fuggitivi, che hanno perso Politt per un problema alla catena. Un minimo d’animazione nell’avvicinamento al traguardo volante: Pedersen si porta in testa e fa il pieno di punti mentre nel gruppo maglia gialla è il solito Philipsen a prenderne qualcuno per tenere a distanza i rivali. Nella classifica della maglia verde ha un vantaggio di ben 137 punti ma il capitano della Alpecin non vuol rischiare.

Tour 2023 tappa 19 Pedersen Lutsenko
Fonte: Twitter (@LeTour)

Philipsen riprende la fuga

Quando si rende conto che il gruppo non ha voglia di riprendere la fuga, Philipsen si tira dietro il compagno di squadra Mathieu van der Poel, Pidcock, Laporte e l’azzurro Bettiol per mettere in piedi un’azione interessante. Il vantaggio dei fuggitivi cala vertiginosamente, visto che i 25 inseguitori tirano davvero forte. Trovarsi in un gruppo tanto folto non piace affatto a Campenaerts e Clarke, che scattano e guadagnano un buon vantaggio. Su una delle tante discese di questa tappa molto nervosa, il duo di testa sembra riuscire ad andarsene, con una cinquantina di secondi sugli inseguitori. Alle loro spalle, invece, il gruppo non ha voglia di sprecare energie e perde progressivamente terreno, oltre i quattro minuti. La tappa, probabilmente, si giocherà sulla salita per il secondo GPM di giornata, l’ascesa di terza categoria verso la Côte d'Ivory: 2,3 chilometri al 5,9% di pendenza media non sembrano tanti ma con due settimane e mezza di fatica sulle gambe, molti ciclisti saranno costretti a mollare il colpo.

Tour 2023 tappa 19 fuga Campenaerts
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Il primo a non averne più è incredibilmente proprio Simon Clarke, che molla il compagno di fuga per un attacco di crampi. Campenaerts continua come niente fosse ma viene raggiunto nel giro di pochi chilometri da Asgreen, O’Connor e Mohoric. Alla fine anche il generosissimo belga non ce la fa e quasi si ferma sulle prime rampe della salita. Il trio continua come niente fosse e riesce a portarsi da soli allo scollinamento. Il vero spettacolo, però, è tra gli inseguitori, dove Mads Pedersen prova attacchi su attacchi per scrollarsi di dosso qualche avversario pericoloso. Bettiol riesce a rispondere agli attacchi del belga, mentre Philipsen non sembra molto preoccupato dalla loro azione. Il piano della Alpecin sembra quello di sempre: arrivare alla volata e lasciare che il campione belga faccia quel che gli riesce meglio. L’avvicinamento al traguardo, senza più salite di cui preoccuparsi, è animato da qualche mossa tattica di troppo ma il vantaggio del trio di testa scende progressivamente. A 18 chilometri dall’arrivo Matteo Trentin ed Alberto Bettiol provano un’azione solitaria per aggregarsi alla fuga, seguiti dal tedesco Zimmermann che li riprende andando a velocità folle. Il finale di tappa certo ci riserverà qualche sorpresa.

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Fonte: Twitter (@LeTour)

Asgreen beffato da Mohoric

L’avvicinamento al traguardo vive ancora una volta della lotta a distanza tra un trio di ciclisti talentuosi e dalla buona gamba e il gruppo degli inseguitori che proveranno a riprenderli in tempo per organizzare una volata buona per i velocisti. Nonostante Zimmermann sia con loro a dargli i cambi, i nove inseguitori non riescono a rosicchiare secondi ad O’Connor e soci, che arrivano ai dieci chilometri con ancora un tesoretto di 26 secondi in tasca. A parte gli azzurri, ci sono diversi clienti poco simpatici in volata: oltre al duo della Alpecin Philipsen-Van der Poel, c’è anche Mads Pedersen, Laporte e Pidcock. Mentre i tre davanti non fanno troppi tatticismi e pensano solo ad andare forte, negli inseguitori c’è qualche tatticismo di troppo e ne approfittano i fuggitivi. Ai cinque chilometri il vantaggio si dilata a 34”, forse troppo perché gli inseguitori li possano riprendere su un tracciato del tutto piatto, senza asperità significative.

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Alla fine gli inseguitori mollano il colpo, lasciando campo alla lotta tra i tre di testa, che si giocheranno tutto nell’ultimo chilometro. Ben O’Connor parte ai 500 metri con l’australiano che prova la botta a sorpresa. Asgreen lo segue a ruota con Mohoric che ci crede fino all’ultimo e cerca di mettergli la ruota davanti. Ci vuole il fotofinish per decidere il vincitore di questa tappa mentre alle spalle è il solito Philipsen a regolare Pedersen ed il gruppetto degli inseguitori. Comunque un’ottima prova quella dei due azzurri, nonostante non si siano potute giocare le proprie carte in volata. Il verdetto dei giudici è di quelli che fanno malissimo: lo sloveno Matej Mohoric è riuscito a beffare il danese con un colpo di reni da manuale. Il ciclista della Bahrain-Victorious si scioglie in lacrime appena gli viene comunicato il verdetto: terza vittoria per loro, da dedicare ancora una volta allo sfortunato Gino Mäder.

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Fonte: Twitter (@LeTour)

Classifica di tappa e generale

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La tappa di domani

Prima della passerella nella Ville Lumiere, il Tour 2023 offre una tappa da prendere decisamente con le molle. I 133 chilometri da Belfort alla località sciistica sui monti Vosgi di Le Markstein avrà una serie di salite più che rispettabili. Se alla vigilia ci si immaginava che la battaglia per la maglia gialla si sarebbe decisa qui, Vingegaard ha già messo in cascina la vittoria. Gli occhi saranno quindi su Giulio Ciccone, ansioso di riportare in Italia la maglia a pois, che manca dai tempi di Chiappucci. Le due salite finali sono due categoria uno: dopo i 9,3 chilometri all’8,1% di pendenza media del Petit Ballon, il Col du Platzerwasel. Sette chilometri all’8,4%, con la stanchezza accumulata in tre settimane di Tour non saranno semplici da affrontare per nessuno.

Tour 2023 tappa 20 altimetria
Fonte: Cyclingpro.net

Il ciclista abruzzese ha risparmiato energie negli ultimi giorni ma ora che la prospettiva di una vittoria importante al Tour è a portata di mano, la speranza

è che non gli venga il braccino. Ultimamente nessuno ha avuto voglia di contrastarlo quando ha provato a portare a casa punti per la classifica scalatori ma domani le cose potrebbero cambiare e di molto.

Tour 2023 tappa 20 planimetria
Fonte: Cyclingpro.net

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