Pechino - La censura cinese colpisce anche Avatar e preferisce il misticismo confuciano alla tridimensionalità del film di Cameron. Nonostante Avatar fosse in cima al box office anche in Cina, il kolossal è stato ritirato
dalla gran parte dei cinema cinesi. China Film (il distributore cinese controllato dallo Stato) ha deciso infatti di
sostituirlo nelle sale con una biografia di Confucio, considerata più patriottica e appropriata al pubblico.
Vince il patriottismo Secondo il quotidiano di Hong Kong, Apple Day, la decisione è stata presa su pressione della censura che
ha avvertito fastidiose somiglianze tra il dramma dei Nàvì, la popolazione di umanoidi minacciati dall’essere
umano arrivato su Pandora, e le sofferenze inferte dal regime alle minoranze etniche come gli uiguri e i
tibetani. Non solo.
Un esempio negativo In Cina, centinaia di migliaia di contadini sono ogni anno allontanati con forza dalle loro terre per
far posto alle infrastrutture volute dal governo. E in Avatar, gli abitanti di Pandora sono costretti a far fronte
all’aggressivo tentativo di colonizzazione dell’uomo, che vuole le loro terre, ricche di minerali.
La produzione, che questa settimana probabilmente conquisterà il titolo di film di maggior successo della
storia sorpassando "Titanic", anche in Cina stava sbancando i botteghini. Fino a domenica scorsa aveva
già raccolto 516 milioni di yuan (52,45 milioni di euro, più di 6 mln in un sol giorno), un assoluto record per il
gigante asiatico. Avatar, premiato con vari Golden Globe e favoritissimo anche nella corsa agli Oscar, ha
scatenato una vera e propria mania in Cina, dove è nella sale dallo scorso 4 gennaio.
Fila ai botteghini La gente faceva la
fila ai botteghini, prenotava i biglietti con una settimana d’anticipo ed era disposta a pagare a un prezzo
quintuplicato i ticket al ’mercato nerò.
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