I 60 film, il fratello Enrico, la morte. Il "giallo" su Carlo Vanzina figlio di Totò

L'8 luglio 2018 se ne andava Carlo Vanzina, il regista romano che, con il suo sguardo e i toni della commedia, è riuscito a raccontare l'Italia più vera, realizzando film diventati dei veri e propri cult del cinema italiano

I 60 film, il fratello Enrico, la morte. Il "giallo" su Carlo Vanzina figlio di Totò
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L'8 luglio 2018 se ne andava Carlo Vanzina, il regista romano che, con il suo sguardo e i toni della commedia, è riuscito a raccontare l'Italia più vera, realizzando film diventati dei veri e propri cult del cinema italiano. Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, Carlo Vanzina ha lasciato il segno nella cinematografia italiana, dando vita a un nuovo genere, quello "vacanziero", e affidando ad attori come Massimo Boldi, Christian De Sica, Jerry Calà, Carlo Verdone e molti altri personaggi ingenui, popolari e a volte cinici, che rispecchiavano l'Italia degli anni '80 e '90.

Dal debutto dietro alla macchina da presa nel 1976 (con il film "Luna di miele in tre") all'ultimo film "Caccia al tesoro", Carlo Vanzina ha realizzato sessanta pellicole per il cinema e sei tra miniserie e film per la tv oltre a sceneggiare decine di film in quarant'anni di carriera. Il maestro della commedia all'italiana ha vissuto una vita piena di successi e traguardi, arrendendosi solo alla malattia che lo ha stroncato a soli 66 anni, un melanoma dal quale era guarito vent'anni prima.

Vita e lavoro al fianco del fratello Enrico

Il successo di Carlo Vanzina è stato un successo familiare grazie alla stretta collaborazione con il fratello Enrico, di due anni più grande. Carlo era il regista, Enrico lo sceneggiatore ma in molti film i loro ruoli si sono invertiti o addirittura fusi, perché non c'è mai stato Carlo senza Enrico. "Sensibile, intelligente, spiritoso. Non è mai presuntuoso anche se conosce il cinema come pochi. Ha un 'tocco' personale che gli permette di raccontare le cose con grande leggerezza, senza mai annoiare", diceva Enrico Vanzina del fratello Carlo, mentre quest'ultimo replicava: "Enrico è uno scrittore fantastico, un 'vulcano' pieno di idee, è raffinato e al tempo stesso popolare. È bello lavorare con un fratello perché ci si capisce al volo". Insieme i fratelli Vanzina hanno firmato film cult come "Eccezzziunale... veramente", "Sapore di Mare", "Vacanze di Natale" ma anche "Yuppies - I giovani di successo" e "Il cielo in una stanza" fino all'ultima pellicola realizzata assieme "Caccia al tesoro". Fu Enrico ad annunciare la morte del fratello il 9 luglio 2018, il giorno dopo la sua dipartita. "Era mio fratello. Era il mio migliore amico, era il mio confidente e io il suo, era il mio alter ego nel lavoro. Siamo stati insieme praticamente tutti i giorni della nostra esistenza, prima da piccoli, poi da adolescenti, poi lavorando insieme. Carlo è stato il mio passato ed era il mio futuro. Essendo il fratello maggiore ho provato a proteggerlo per tutta la vita. Non ce l'ho fatta", scrisse nell'ultima lettera rivolta a Carlo.

Carlo Vanzina figlio di Totò: storia di una bufala

La memoria di Carlo Vanzina è stata oggetto, però, anche di molte dicerie. Una su tutte quella che fosse figlio illegittimo di Totò, il principe della risata. Lo scorso gennaio, complice un'intervista rilasciata a Biagio D'Anelli e ripresa dal settimanale Nuovo, l'attore Alvaro Vitali dichiarò che Antonio De Curtis, in arte Totò, era il padre di Carlo Vanzina, adducendo come prova il fatto che fossero "uguali" nei lineamenti. Vitali si trincerò dietro al fatto che il pettegolezzo girava da anni nell'ambiente cinematografico, ma Enrico Vanzina trovò di cattivo gusto l'intervista rilasciata da "Pierino".

Il regista sfogò duramente attraverso le pagine dell'AdnKronos, dicendosi pronto a querelare le parti in causa: "Una fake news che ha gravemente leso la reputazione e la memoria di persone di altissima statura morale, professionale, legate a me da vincoli di amore familiare e che diffama quattro persone che non ci sono più: Totò, mio padre Steno, mio fratello Carlo e, soprattutto, mia madre Maria Teresa. Tutto questo suscita in me una disgustata indignazio".

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