American gangster è il film del 2007 diretto da Ridley Scott che va in onda questa sera alle 21.00 su Iris. La pellicola racconta la vera storia del criminale afroamericano Frank Lucas ma, come spesso avviene nei film di Ridley Scott - basti pensare a Il Gladiatore - il lungometraggio sembra determinato più a intrattenere che a raccontare con precisione i fatti reali.
American gangster, la trama
Frank Lucas (Denzel Washington) lavora come autista e braccio destro del più potente boss di Harlem, nella New York degli anni Settanta. Quando il suo capo Bumpy Johnson muore, Frank ritiene che sia giunto il momento di scalare la gerarchia e prendere il posto del leader della criminalità. Grazie ai suoi metodi e alla sua personalità, Frank riesce a diventare il più potente e ricco narcotrafficante della Grande Mela, grazie anche alla complicità dell'esercito che usa la guerra in Vietnam per smerciare eroina. Ben presto, però, sulle tracce del criminale arriva il detective della narcotici Richie Roberts (Russell Crowe): l'incontro tra i due, tuttavia, avrà esiti inaspettati.
Gli errori del regista
Nonostante sia sempre giusto e utile sottolineare che un film resta in ogni modo un'opera di finzione che decodifica la realtà attraverso lo sguardo di un regista, è comunque corretto aspettarsi che, quando si racconta una storia tratta da eventi reali, stia attento alla realtà dei fatti e alla contestualizzazione storica. Elementi che Ridley Scott, nel corso della sua carriera, sembra spesso sottovalutare e che dunque conducono a errori più o meno evidenti, com'era stato per il già citato Il gladiatore o Robin Hood. Errori che possono non inficiare sulla fruizione dell'opera da parte del pubblico, ma che ne limitano comunque la portata e la qualità, perché suggeriscono un alto tasso di distrazione, non solo da parte del regista, ma di tutto il team. Su Movie Mistakes, un portale che raccoglie le inaccuratezze e gli errori di continuità nel mondo dorato di Hollywood, si possono constatare tutti gli errori commessi dal regista.
Ad esempio, quando sul finale viene scritto che Frank è stato arrestato e incarcerato dal 1976 al 1991, Ridley Scott si dimentica di dire che il criminale uscì di prigione nel 1981 sulla parola, per poi tornare in prigione dal 1984 al 1991, di nuovo con un'accusa inerente il traffico di droga. Per come sono state spiegate le cose da Scott, invece, sembrava che il criminale avesse passato quindici anni ininterrotti dietro le sbarre, cosa non corretta. Per quanto riguarda la contestualizzazione dell'epoca in cui il personaggio di Lucas si muove, ci sono davvero numerosi errori. Se si pone attenzione alla scena in cui Frank è all'aeroporto e quella in cui Frank viene accettato e esce dalla chiesa, si possono vedere nel traffico delle automobili che non sono state prodotte prima degli anni Duemila e che, quindi, rappresentavano fantascienza pura tra gli anni Settanta e Ottanta. Anche nella scelta dei mezzi di soccorso, come le ambulanze, o quelle delle forze dell'ordine, molto spesso sullo schermo passano modelli di epoche successive a quella messa in atto. C'è anche una scena in cui un personaggio si trova a un telefono pubblico e alle sue spalle c'è una pubblicità che include un sito web visitabile: la rete internet, nel periodo di American gangster, non era neanche lontamente simile a quella che si usa quotidianamente ai giorni nostri. In un'altra scena c'è Frank che parla col nipote, riguardo all'aver perso un incontro con Billy Martin e i New York Yankees. Martin però divenne il manager della squadra nel 1975, quindi in un'epoca successiva rispetto a quella rappresentata nella scena.
Come si può constatare non si tratta di errori che saltano subito all'occhio, né che fanno indispettire lo spettatore medio: ma sono delle inesattezze che si potevano facilmente evitare, rendendo American gangster una pellicola inattaccabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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