Un mito vivente che non avrebbe bisogno di presentazioni. Un personaggio di fantasia che ha attraversato più di trent’anni di storia del cinema senza perdere il suo appeal, guadagnando consensi anche dalle nuove generazioni. Il tempo non ha ingrigito la sua immagine, anzi, Indiana Jones oggi è più forma che mai anche se non è più giovane come una volta. Dal 1981 sono stati prodotti ben 4 film e il quinto è in arrivo nelle sale dal prossimo 28 giugno, dopo il bagno di folla al Festival del Cinema di Cannes, segno che l’appeal dell’archeologo in cerca di tesori nascosti non si è affatto appannato. E ora, in vista del suo grande ritorno al cinema, su Disney+ sono già disponibili tutti i film di Indiana Jones, dal primo all’ultimo, per dare agio di riscoprire un personaggio che, di fatto, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama cinematografico di ieri e di oggi.
Tutto grazie, non a una storia che miscela realtà e fantasia, ma il successo di Indiana Jones è dovuto anche al celebre Harrison Ford che è riuscito a regalare la giusta identità a un personaggio di finzione. Arrivato a indossare i panni dell’archeologo dopo i fasti di Guerre Stellari – lui è il mitico Ian Solo e pilota del Millennium Falcon - per un attore del suo calibro è stato semplice interpretare un uomo coraggioso come Indiana. Il successo è stato repentino e l’influenza nella cultura popolare di oggi non è stato da meno. Ma, anche un personaggio come Indiana Jones ha avuto i suoi momenti bui.
George Lucas e il progetto da neo-laureato
Nel 1973 un giovane George Lucas era alla ricerca di nuove idee da sviluppare per il grande schermo. Sappiamo molto bene che è stato un regista visionario fin da ragazzo, e che a inizio degli anni ’60 stava già lavorando a quello che sarebbe stato il suo film più ambizioso. L’ ispirazione per il personaggio di Indiana Jones venne da un poster di un vecchio film che riportava alla mente gli anni ‘30 e i film d'avventura dell'epoca. Fu così che cominciò a immaginare la figura di archeologo dal doppio ruolo, quello di professore universitario e quello di avventuriero vestito di giacca di pelle e vecchio borsalino in testa, con la barba incolta e una frusta come arma. Solo nel 1977, quando Lucas parlò a Steven Spielberg, l’idea cominciò a plasmarsi, arrivando gettare le basi di una sceneggiatura di un film a 4 mani. La storia era incentrata sulla ricerca della mitica Arca dell'Alleanza, lo scrigno che, secondo le Sacre Scritture, conteneva le tavole dei Dieci comandamenti. Passarono altri quattro anni prima che il progetto andasse finalmente in porto. Nel frattempo Lucas era impegnato nella realizzazione dei primi due episodi della serie di Guerre stellari, che lo consacrarono come regista.
Tutto è cominciato con la ricerca dell’Arca Perduta
Nonostante gli impegni e le difficoltà, nel 1981 arrivò nelle sale il primo film di Indiana Jones e che segnò un fruttifero sodalizio tra George Lucas – che restò alla produzione – e Steven Spielberg – che restò alla regia per tutta la saga -. È stato il film con il maggior incasso del 1981, guadagnando circa 330 di dollari in tutto il mondo, e altresì un successo di critica, ricevendo elogi per la sua azione e avventura senza interruzioni, e per il cast. Soprattutto a essere premiato è stato il buon Ford, eletto nuovo eroe del grande schermo. Il film è stato nominato per diversi premi e, tra gli altri, ha vinto cinque Premi Oscar, sette Saturn Awards e persino un Premio BAFTA. Da qui l’idea di realizzare una trilogia. Sono succeduti Il tempio maledetto (che funge come prequel) e L’ultima Crociata in cui nel cast compare anche Sean Connery nel ruolo del padre di Indiana Jones.
Il quarto film: un disastro commerciale
In un’ottica di riscoperta dei grandi classici del cinema, anche Indiana Jones torna nelle sale, nel 2008, con Il regno del teschio di cristallo. Con una storia che vira verso la fantascienza più pura e con un cast rinnovato, in cui appare anche il figlio di Jones (interpretato da Shia Lebouf), il film arriva nei cinema con un carico di aspettative mai visto ma, di fatto, il quarto capitolo non viene accolto positivamente dalla cristica né tanto memo il pubblico riesce ad apprezzare la pellicola. A una storia poco efficace, fa seguito uno sviluppo per nulla incisivo che impedisce al film di compiere il salto. Con risultati esigui, il progetto di Indiana Jones si ferma almeno fino al 2021 quando il personaggio viene "resuscitato" per un altro capitolo.
E ora c’è il "Quadrante del destino"
Poco o nulla si sa del nuovo film del franchise. La squadra formata da Harrison Ford e Spielberg torna in sella e, dal 28 giugno, spera di poter ritrovare l’affetto del pubblico che ha perso a causa di quel quarto capitolo poco riuscito. La storia sarà ambientata nel corso degli anni ’60 e durante la guerra tra Usa e Urss per la conquista dello spazio. Un film arriva dopo tanti ritardi, sia a causa di un infortunio sul set da parte di Harrison Ford, che a causa della pandemia che ha travolto l’industria. Dalle prime recensioni della stampa, il Quadrante del Destino pare che sia un buon progetto e convince per il suo effetto nostalgia. Fino all’ultimo però era paventata l’idea di una distribuzione solo su Disney+ per evitare i danni da un possibile insuccesso al botteghino. Paura che si è risultata infondata.
Tom Selleck era stato scelto per il ruolo prima di Harrison Ford
Prima che il film diventasse il cult che oggi abbiamo imparato a conoscere, non è stato facile scegliere l’attore giusto per interpretare il mitico Indiana Jones. Per il ruolo venne opzionato – inizialmente- Tom Selleck che si dovette tirare indietro a causa del contratto di esclusività che aveva con la rete televisiva CBS, per la quale girava Magnum, P.I. In seconda battuta venne scelto l'emergente Harrison Ford. La decisione venne presa a sole tre settimane dal primo ciak. In seguito Selleck fu proposto tra i possibili candidati per il ruolo di un eventuale fratello cattivo di Indiana Jones nel quarto episodio della serie, ma l’idea poi è stata accantonata.
Gli eredi di Indiana Jones
L’impatto nella cultura popolare è stato enorme. Il mito dell'archeologo è stato riproposto in diverse modalità e alcune di queste sono risultate vincenti.
Da Brandan Fraser nei film de La Mummia, passando per la tv con Tia Carrere nella serie di Relic Hunter, e ancora in Adventure Inc., fino al nuovissimo Blood & Treasure che è in onda in Italia su Rai 4.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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