
È morto nella sua città, Roma, di cui è stato un cantore privilegiato, Antonello Fassari, 72 anni, malato da tempo. Della Capitale ha interpretato lo spirito profondo e i suoi due lati contrapposti, quello bonario come il leggendario e popolarissimo oste Cesare della serie I Cesaroni e quello nascosto come la faccia oscura della luna nera - cantava Frankie hi-nrg mc - con il Ciro Buffoni di Romanzo criminale e con Sebastiano, il padre del personaggio di Elio Germano, nel film Suburra.
Diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, frequentò un seminario diretto da Luca Ronconi iniziando la sua carriera a teatro, cui ha affiancato l’attività cinematografica, televisiva e radiofonica. Tutto sempre all’insegna della sua Roma, con la sua inequivocabile flessione dialettale. Proprio alla Capitale ha dedicato la canzone rap, una delle prime nel 1984, dal titolo Romadinotte, di cui ha scritto il testo, con base elaborata da Lele Marchitelli, Danilo Rea e Pasquale Minieri, che diventa un tormentone anche grazie al remix del dj Faber Cucchetti che ha fatto ballare intere generazioni di ragazzi nella mitica discoteca Piper. La canzone è stata anche riadattata per I Cesaroni. In tv, negli anni ’90 ha partecipato alla trasmissione condotta da Serena Dandini Avanzi a cui ha regalato un famoso ed esilarante sketch nei panni del compagno comunista Antonio, munito di eskimo e di borsa Tolfa, che si svegliava dal coma dopo vent’anni quando ormai il Pci non c’era più: «C’è la Quercia, c’è Occhetto. La Lega è al governo», gli dicono.
Al cinema è stato un caratterista versatile, non solo nel ruolo del “romano”, presenza costante nelle commedie dei Vanzina (Montecarlo Gran Casinò, Le finte bionde, Sognando la California, Selvaggi, E adesso sesso) ha lavorato anche in film più impegnati come Segreto di stato di Giuseppe Ferrara o Pasolini, un delitto italiano di Marco Tullio Giordana (e 20 anni fa a teatro ha messo in scena e interpretato una versione teatrale de La ricotta). In questa sua terza parte di carriera ha partecipato anche a lavori curiosi come Ci vediamo a casa di Maurizio Ponzi o L’estate sta finendo di Stefano Tummolini, non rinunciando a essere a fianco di amici diventati registi come Claudio Amendola (suo compagno nei Cesaroni che ieri lo ha salutato con un «sarai per sempre mio fratello»), ne La mossa del pinguino e nell’opera seconda I cassamortari.
Nel 2000 è passato anche lui dietro la macchina da presa con Il segreto del giaguaro, una commedia costruita sui cantanti romani Piotta e G Max che attinge al cinema poliziottesco e sexy degli anni ’70 (ci sono anche Lando Buzzanca e Isabella Biagini nella sua ultima apparizione).Gli ultimi suoi due film sono stati L’ultima volta che siamo stati bambini di Claudio Bisio e Flaminia di Michela Giraud.
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