Coppola: "Ho ambientato l'antica Roma a New York"

Il regista parla di "Megalopolis", il film da 120 milioni che fatica al botteghino: "È come Apocalypse Now"

Coppola: "Ho ambientato l'antica Roma a New York"
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Tutto il cinema di Francis Ford Coppola è «bigger than life», più grande della vita stessa. Non poteva fare eccezione il suo ultimo film che la grandezza la porta nel titolo, Megalopolis. Dopo l'anteprima al festival di Cannes e la presentazione ieri sera a Cinecittà come evento di preapertura della Festa del Cinema di Roma e di Alice nella città, il film, costato 120 milioni di dollari provenienti interamente dalle tasche dello stesso regista, uscirà domani nelle sale italiane dopo i non esaltanti risultati del botteghino statunitense dove ha incassato poco più di 7 milioni di dollari in due settimane.

85 anni, nato a Detroit da genitori della Basilicata, Francis Ford Coppola (nella foto), unico vezzo i calzini coloratissimi e spaiatissimi, è abituato agli alti e ai bassi e sembra proprio non curarsene di questi ultimi: «Il cinema è arte o è business? Io penso che sia arte e questo non piace a chi si occupa della parte business. Con Megalopolis sta succedendo come con Apocalypse Now, quando c'era chi lo amava e chi lo odiava, mentre oggi si continua a proiettarlo e quindi è un film che ancora incassa».

Megalopolis è un film testamentario che supera qualsiasi convenzione in cui Coppola, che ieri ai giornalisti ha detto in italiano di stare pensando agli ultimi due film della sua carriera: «Uno gigantico e uno piccolo», racconta di un'America futura dove la città di New Rome è combattuta dai conflitti tra Cesar Catilina (Adam Driver), geniale archistar che immagina una città utopica e idealistica, e il reazionario sindaco Franklin Cicerone (Giancarlo Esposito). Tra i due si inserisce Julia (Nathalie Emmanuel), la figlia del sindaco che, innamorata di Catilina, deve decidere da che parte stare.

«Ho scelto la storia romana spiega il regista che ieri ha ricevuto, dalle mani del Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, le chiavi degli studios

romani dove gli è anche stato intitolato un viale perché ho sempre voluto realizzare un'epopea romana, così mi sono messo a studiare la congiura di Catilina e ho capito che la potevo ambientare a New York in tempi moderni».

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