Uscito in Italia nell'ottobre del 2004, Io Robot è il film diretto da Alex Proyas ispirato all'antalogia di racconti di Isaac Asimov e alle sue leggi della robotica. La pellicola va in onda questa sera alle 23.30 su Rai Movie.
Io Robot, la trama
L'anno è il 2035 e l'umanità ha ormai imparato a coesistere con i robot, al punto da attendere con fermento il lancio della nuova linea di androidi NS-5. Il lancio, però, viene macchiato dall'omicidio di Alfred Lanning (James Cromwell), fondatore della U.S. Robot. Sulla morte dell'imprenditore comincia a indagare Del Spooner (Will Smith) che sospetta che l'assassinio pesi sulle spalle di un robot. Quando l'uomo si mette sulle tracce del robot Sonny (Alan Tudyk), Del non si aspetta di trovarsi davanti una creatura meccanica capace di provare sentimenti umani e di fronteggiare anche emozioni tanto complesse come il senso di colpa. Ancor meno, Del si aspetta che il caso si trasformi in una porta spalancata sul suo passato, che getterà nuova luce sulla sua persona e i suoi ricordi. Intanto, però, i nuovi NS-5 si ribellano agli umani, dando il via ad una vera e propria guerra per la supremazia.
I problemi della produzione
Io Robot è un film che, sin dall'uscita, ha avuto un buon riscontro, da parte del pubblico e da parte della critica. Questo soprattutto grazie a tre elementi tecnici. Il primo è quello con cui viene dato alla vita il personaggio di Sonny, il robot. La tecnologia usata per trasformare l'attore Alan Tudyk nel co-protagonista della vicenda è la stessa usata da Peter Jackson per portare sul grande schermo il personaggio di Gollum nella trilogia de Il signore degli anelli. Tramite la cosiddetta motion capture le produzioni cinematografiche potevano portare sullo schermo qualsiasi tipo di creatura, potendo però fare affidamento sulla gestualità e l'espressività di attori professionisti e non solo, quindi, sulla computer grafica. Questo ha fatto sì che Sonny avesse una sua certa umanità che ha portato il pubblico a empatizzare con questo androide. Il secondo elemento tecnico è la scelta del regista di non rigirare mai una stessa scena, ma di assicurarsi che fosse "buona la prima". Si tratta, secondo Coming Soon, di un vero e proprio record per un film di questo livello di difficoltà. Il terzo e ultimo elemento che ha portato al successo del film è la scelta di mantenere un tono a volte sardonico e divertente. E proprio questo fu motivo di screzio tra il regista Alex Proyas e la produzione della pellicola.
Secondo quanto si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, Alex Proyas si scontrò ripetutamente con il CEO della 20th Century Fox di allora, Tom Rothman, che voleva che il film fosse confezionato per essere un vero e proprio blockbuster, pieno di quelle battute e di quel tipo di ironia che avrebbe potuto far divertire il pubblico e che oggi, ad esempio, spopola nel Marvel Cinematic Universe. Il regista, però, aveva in mente un film più serio e cupo e cercò di resistere alle richieste del CEO. Questo perché anche Will Smith aveva intenzione di girare una pellicola che fosse scevra di quell'ironia che aveva accompagnato molti dei suoi progetti cinematografici. Tuttavia, stando al già citato sito, Rothman minacciò di modificare il montaggio finale della pellicola il giorno prima della premiére e di aggiungere a suo piacimento altre battute. Si trattò di una "minaccia" che il regista prese davvero sul serio, che sottolineava quanto poco potere avesse sul suo stesso film.
L'esperienza delle riprese di Io robot per il regista fu terribile, al punto che promise che non avrebbe mai più lavorato con la 20th Century Fox. Come si legge su Insider, il regista disse: "Ho avuto molti problemi con la Fox e so di non essere stato l'unico. Interferiscono davvero troppo.
" Alla fine delle riprese Proyas avrebbe voluto scrivere un libro per "denunciare" tutto quello che aveva subito durante la lavorazione del film, ma sembra che un amico gli consigliò di lasciar perdere, perché una mossa del genere avrebbe potuto sancire la fine della sua carriera. In effetti dopo Io robot il regista dovette aspettare cinque anni prima di tornare dietro la macchina da presa con il deludente Segni dal futuro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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