Presentato nella sezione Orizzonti Extra della 80a Mostra del Cinema di Venezia, In the land of saints and sinner è il lungometraggio con cui il regista Robert Lorentz prende gli stilemi del western e li trasporta nei paesaggi di un'Irlanda in piena fase rivoluzionaria, quando l'IRA combatteva brutalmente per ottenere un'Irlanda libera. E, in effetti, il film presentato nel festival lagunare prende il via proprio da un attentato: una cellulare di ribelli fa esplodere un bomba per colpire un bersaglio della fazione avversaria: nel farlo, però, uccide anche degli innocenti, compresi dei bambini. A questo punto la leader della cellula (Kerry Condon) è costretta a nascondersi in un villaggio che sembra dimenticato da Dio, disperso in mezzo al nulla. Un villaggio dove vive anche il mercenario Finbar (Liam Neeson), un assassino su commissione che vuole ritirarsi dagli "affari" e vivere quel che resta della sua vita in pace. Ma le cose non vanno affatto come previsto e ben presto l'uomo si troverà invischiato in una caccia personale, che avrà conseguenze inaspettate e violente, destinate a cambiare l'ordine quotidiano della vita del paese.
In the land of saints and sinners, un western irlandese
Liam Neeson non è di certo un volto nuovo nel cinema meramente d'azione. Sebbene all'inizio della sua carriera molti registi e produttori avevano problemi a vederlo nei panni dell'uomo tutto d'un pezzo capace di commettere azioni incredibili e brutale, l'ultimo decennio (e più) della sua carriera lo ha in realtà incoronato come uno dei maggiori esponenti di questo tipo di cinema. Basti pensare, ad esempio, a Io vi troverò, pellicola in cui Liam Neeson è un ex agente segreto che mette in campo tutte le sue conoscenze per salvare la figlia da un rapimento che ha come obiettivo la tratta di giovani ragazze. Nel film In the land of saints and sinners Liam Neeson continua questo suo racconto da uomo d'azione, un mercenario che quasi non ha scrupoli ed è perfetto nel suo lavoro; ma stavolta la sua interpretazione si veste di una sorta di malinconia, una struggente consapevolezza che lo porta verso il tanto decantato viale del tramonto, che potrebbe rappresentare un punto di chiusura con questo tipo di racconto. Come ha fatto anche Hugh Jackman con Logan o Harrison Ford con l'ultimo Indiana Jones e il quadrante del destino, Liam Neeson si appresta a questo film con quella consapevolezza del tempo che passa e che cambia ogni cosa. Un eroe romantico che è pronto ad appendere il fucile al chiodo quando al suo orizzonte si presenta un'ultima missione che, forse, sarà il vero ago della bilancia della sua esistenza.
Film d'azione ma anche noir, In the lands of saints and sinner è una pellicola che riempie lo sguardo dello spettatore con i panorami mozzafiato di un'Irlanda ancora selvaggia a indomabile, dove l'influenza dell'uomo è calcolata in base ai litri di sangue versato e alle esistenze distrutte in nome degli ideali. Nonostante la storia sia incentrata e ambientata su questo angolo di mondo, è evidente che il regista ha ereditato visioni e luoghi da un genere fortemente standardizzato come il western. Dall'eroe con le mani sporche di sangue e l'animo purissimo al luogo di ritrovo: non più un saloon, ma un pub dove si serve birra e speranza, vecchie canzoni e sussurri di una vita nascosta e serpeggiante, che scorre tra violenze e soprusi. In the land of saints and sinners è, proprio come dice il titolo, un lungometraggio che parla di santi e peccatori e che riflette su come non possa esistere l'uno senza l'altro.
Santi e peccatori, in questo film, sono spesso le due facce di una stessa medaglia, le due ombre di uno stesso personaggio. Non un film indimenticabile o innovativo, ma senza dubbio In the land of saints and sinner fa quello che deve fare: intrattiene con eleganza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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