Memory, la tragedia della demenza precoce in un film elegantissimo

Arriva al cinema Memory, una struggente storia d'amore che si basa sull'inaffidabilità della memoria

Memory, la tragedia della demenza precoce in un film elegantissimo
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Quando il regista messicano Michel Franco ha attirato per la prima volta l'attenzione del pubblico internazionale lo ha fatto con Nuevo Orden, pellicola durissima ambientata durante una festa di matrimonio che si trasformava nel teatro sanguinante di una rivolta civile. L'anno successivo il regista è tornato dietro la macchina da presa con un nuovo thriller, Sundown, una storia che ancora basava le proprie fondamenta su una certa discrepanza di classe che si faceva violenta, brutale e senza scrupoli. Con queste due pellicole alle spalle, dove era la violenza tour cour a farla da padrone, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che il regista sarebbe tornato dietro la macchina da presa per una pellicola delicata ed elegantissima come Memory, che in sala arriva il 7 marzo, dopo essere stata presentata in anteprima mondiale alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia lo scorso settembre.

La storia è quella di Sylvia (interpretata da una straordinaria Jessica Chastain), una donna sobria da tredici anni, che lavora come assistente sociale. Nel suo passato c'è un buco nero che l'ha portata prima ad affidarsi all'alcol per abbattere i propri demoni personali e poi a vivere in uno stato di continua paranoia. Ed è proprio questo sentimento che la mette in allarme quando si rende conto che c'è un uomo fuori da casa sua. Ben presto, però, la donna scopre che lo sconosciuto, Saul (Peter Saarsgard, altrettanto impeccabile nella recitazione), è in realtà affetto da demenza precoce e che la sua memoria non è affidabile. Due personaggi spezzati, oscuri, che hanno una vita ben diversa da quella immaginata e che, proprio l'uno nell'altra, troveranno un'ancora per combattere l'annientamento.

Memory è un film che racchiude tante anime dentro di sé e, soprattutto, è una pellicola che, a dispetto dell'inusitata eleganza, svela uno dei temi portanti del cinema di Michel Franco: l'inaffidabilità del racconto. L'incontro tra Sylvia e Saul inizia sotto i colpi di uno "sbaglio di identità": Sylvia è convinta che Saul sia la versione adulta di quell'adolescente che l'ha distrutta, che le ha manipolato l'esistenza, costringendola ad essere chi non avrebbe mai voluto diventare. Ma Saul non è affatto chi la donna pensa che lui sia: e qui c'è il primo paradosso. Saul è colui che è affetto da demenza senile, eppure lo sbaglio nel recupero della memoria viene fatto da Sylvia, che per il pubblico era invece il personaggio "sano". Michel Franco, dunque, dirige una storia tra due personaggi che sono entrambi avviluppati nelle loro debolezze e nelle loro ferite mai rimarginate. Nessuno dice il vero e, al contempo, in un paradosso che può esistere solo sul grande schermo, nessuno mente. I due personaggi, in questo senso, vivono sospesi in una dimensione atemporale, dove il passato non può essere raccontato (dal momento che non viene ricordato in modo nitido e veritiero, nemmeno dai personaggi secondari), e il futuro è solo un mostro dalle fauci aperte, pronto a divorare qualsiasi afflato di speranza. Esiste solo il presente, ma si tratta di un presente che esclude gli altri, che rimane vivido solo quando i due personaggi sono insieme. Sylvia è colei che dà di nuovo un punto di riferimento a Saul, costretto a navigare a vista nelle nebbie delle sue memorie, mentre Saul per Sylvia diventa un rifugio, un uomo gentile che la vede e la capisce, che non la giudica e non le punta il dito contro. Memory è dunque un film che si basa soprattutto sull'interazione tra i due protagonisti, sul loro aspetto psicologico, e lo fa con una certa delicatezza. A Michel Franco non interessa sguazzare nella pornografia del dolore, né scendere a facili ricatti emotivi.

Non insiste sulla malattia, non insiste sulla violenza che corre e serpeggia anche in questo film: al contrario, mostra senza mai dire molto, lasciando allo spettatore il compito di comprendere e scoprire, di concludere quelle domande che a volte vengono lasciate senza una risposta precisa. Perché a volte la memoria è l'ultimo scudo che abbiamo per difenderci da ciò che ci ha fatto male. Struggente e misurato, Memory arriva al cinema il prossimo 7 marzo con Academy Two.

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