Presentato al Festival di Cannes nel 2022, November - I cinque giorni dopo il Bataclan arriva al cinema il 20 aprile grazie ad Adler Entertainment. La vicenda prende il via ad Atene, dove un agente dell'antiterrorismo francese è alla caccia di un possibile terrorista. La caccia, però, si risolve in un buco nell'acqua e Fred (Jean Dujardin) è costretto a tornare a casa a mani vuote. Dieci mesi più tardi i telefoni della polizia francese squillano ripetutamente, un suono sinistro che echeggia in tutti gli uffici delle autorità. È il 13 novembre 2015, allo Stade De France si sta giocando una partita, al Bataclan si ascolta un concerto rock e molti parigini popolano i dehors dei café. Sembra una serata come tutte le altre, ma l'orrore si insinua nelle strade e vari attentati terroristici squarciano la Ville Lumiére, lasciando dietro di sé una scia di sangue e terrore. Fred, insieme alla portavoce dell'antiterrorismo Héloïse (Sandrine Kiberlain), all'agente Ines (Anaïs Demoustier) e all'agente Marco (Jérémie Renier), mette su una squadra per individuare i responsabili dell'attentato e assicurarli alla giustizia, in una vera e propria corsa contro il tempo, dal momento che c'è la possibilità di un secondo attentanto che potrebbe avere come bersaglio un asilo nido.
Con November - I cinque giorni dopo il Bataclan il regista Cédric Jimenez realizza un thriller elegante e coinvolgente, che dalla sua ha la scelta di non mostrare gli attentati parigini che sono costati la vita a 131 persone. Il regista racconta l'orrore, senza però abbassarsi a facili ricatti emotivi. Sarebbe stato senz'altro più facile suscitare l'empatia e il coinvolgimento del pubblico mantenendo l'occhio della macchina da presa sui corpi martoriati di una popolazione sconvolta dall'orrore del terrorismo. Far parlare le vittime, portarle in primo piano, renderle il cuore emotivo del racconto. Ma gli attentati del 2015 sono una ferita ancora aperta nell'animo dei francesi (e non solo) e Jimenez ha scelto di non sfruttare una bieca spettacolarizzazione del dolore, scegliendo invece di realizzare un film compatto e dal buon ritmo, che funziona proprio perché gli attentati rimangono sempre fuori dal quadro. Si sentono gli echi dei colpi d'arma da fuoco e le testimonianze dei superstiti vengono costruire con la macchina da presa in diagonale, di profilo, come se si volesse sottolineare il rispetto dovuto a chi è sopravvissuto a ciò che è indicibile. Gli attentati sono il cuore del film, eppure non vengono mai strumentalizzati: rimangono quasi un promemoria al limite del quadro e della coscienza degli spettatori, che guardano il film sapendo perché la ricerca dei protagonisti è così febbrile.
Sorretto da un buon cast che riesce ad amalgamarsi alla perfezione, November - I cinque giorni dopo il Bataclan ha dalla sua anche una buona costruzione del ritmo e della tensione. Così, anche se chi guarda sa già come sono andate le cose, l'attenzione rimane vigile e così l'interesse a seguire le indagini delle autorità messe in campo.
Da questo punto di vista, Jimenez si avvicina molto a un maestro del cinema d'azione statunitense come Peter Berg che, con il filmBoston - Caccia all'uomo aveva girato un film sulla caccia a un terrorista, scegliendo appunto di focalizzare la pellicola non sulla tragedia, ma sullo spirito indomito di chi ha cercato di riportare l'ago della bilancia dalla parte della giustizia. November - I cinque giorni dopo il Bataclan è un film onesto, che non avalla nessun tipo di pretesa, ma si rivolge direttamente allo spettatore, come ogni buon prodotto dovrebbe fare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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