La notizia si è diffusa sul web nel corso della tarda serata di sabato. Secondo le prime indiscrezioni arrivate dagli Stati Uniti, lo sciopero che ha coinvolto tutti (o quasi) gli attori di Hollywood pare che sia arrivato a una svolta sostanziale. Dopo ben 114 giorni di mobilitazione, il sindacato – capitanato da una camaleontica Fran Descher, la ex Tata dell’omonima serie tv - che rappresenta oltre 160mila attori di Hollywood è chiamato oggi – domenica 5 novembre - a valutare l’ultima proposta. Dagli studios dell’AMPTP viene definita come l’"ultima, migliore e definitiva offerta". Se non si raggiungerà un accordo, tutte le trattative saranno rimandate al gennaio del 2024 con un conseguente freno a riprese, attività di promozione (come interviste e junket) e lavori sul set. Un danno per tutta la filiera, non solo per studios, che ancora oggi sta facendo i danni con le chiusure a causa della pandemia da Covid.
A rivelare sui social e alla stampa di settore gli ultimi accordi in merito allo sciopero è stato il sindacato degli attori che ha pubblicato la proposta degli studios. "Abbiamo ricevuto un’offerta dall’AMPTP che hanno definito la loro ultima, migliore e definitiva offerta” – si legge su Twitter - La stiamo rivedendo e valutando la nostra risposta nel contesto dei problemi critici affrontati dalle nostre proposte". Ma in cosa consiste questa proposta? Come ha riportato il magazine di Deadline, quello che offrono gli studios è un accordo vantaggioso, soprattutto per gli attori.
La proposta include il più alto incremento nei compensi minimi garantiti da oltre 40 anni, con l’aggiunta di importanti bonus per film e serie tv in streaming in base al loro successo. Ma non è tutto. La gola profonda di Deadine rivela che gli studios avrebbero ceduto a tutte le richieste proposte dal sindacato degli attori, in primis sulla protezione all’utilizzo indiscriminato dell’Intelligenza Artificiale, in cambio della rinuncia da parte degli attori a una percentuale sugli abbonamenti alle piattaforme streaming. In merito si propone un contratto di collaborazione lungo tre anni. Alla luce di questo, si spiega perché il sindacato ha scritto che valuterà bene la proposta. Tutti sperano di raggiungere l’accordo perché, sia il settore del cinema che della tv, non può essere fermo troppo lungo.
In un periodo di così grandi cambiamenti pare giusto avere le "spalle coperte" da un lavoro solido e per nulla discriminante, ma non si guarda a tutto quello che può accadere alle major e a ciò che si riflette anche sulle singole sale cinematografiche (e sulle emittenti free). Un accordo deve esserci e, si spera, si arrivi anche alla sigla del contratto al più presto per tornare a vivere a 360 gradi il mondo dello spettacolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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