Iscritto all'edizione 2023 del David di Donatello, La Loggia occulta – Democrazia a rischio è un film prodotto da App Movie per la regia di Mario Chiavalin uscito nelle sale il 21 novembre che alla prima ha visto la partecipazione dei giudici Gherardo Colombo e Giuliano Turone oltre al regista e altri giornalisti e storici che hanno partecipato alla narrazione della pellicola.
Si tratta infatti di un docu-film che: "metterà a rischio la democrazia", ripercorrendo la storia d'Italia dal dopoguerra, raccontandone il sottobosco, con tutte le sue lobby, gli intrighi, le trame nascoste e i disegni oscuri di quello che era, a tutti gli effetti, uno Stato parallelo e in particolare si focalizza sulla loggia P2 con le testimonianze dei principali protagonisti coinvolti nelle indagini e del suo stesso protagonista Licio Gelli.
Il racconto
La storia viene alla luce una mattina di quarant’anni fa, il 17 marzo 1981, quando negli uffici di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi il comune in provincia di Arezzo, vengono rinvenuti dalla magistratura di Milano gli elenchi della loggia massonica segreta P2 e una serie di documenti e dossier su la maggior parte dei casi e misteri fin dal dopoguerra. Nelle liste e nei dossier sono presenti quattro ministri, 44 parlamentari, tutti i capi dei servizi segreti, l’intero vertice della Guardia di finanza, decine di generali e colonnelli dei carabinieri, esercito, marina, aviazione, oltre che diversi magistrati e giornalisti di molte testate.
Questa lista rivelò uno stato occulto che era nato nell’ombra e che condizionava la vita politica e sociale del nostro Paese. Per far luce su alcune di queste vicende, dal crack Ambrosiano alla strage di Bologna a Tangentopoli, il film ricostruisce con la maggiore accortezza possibile, quella che era la situazione dell’Italia di 50 anni fa, tentando di rispondere ad alcuni degli interrogativi che sono, tutt’oggi, insoluti.
Le testimonianze
Fondamentali una serie di testimonianze di quelli che furono protagonisti delle vicende riportate, non ultime alcune interviste inedite a Licio Gelli, colui che è stato al centro di tutto. Il regista ha voluto ripercorrere e ricostruire i fatti avvalendosi della partecipazione di personalità direttamente coinvolte, a partire dai magistrati Gherardo Colombo e Giuliano Turone, che a quei tempi ordinarono le perquisizioni e che, ancora oggi, hanno più che mai mantenuto l’esigenza di fare luce su ciò che è stato per troppo tempo nascosto, tramite le pubblicazioni di libri e partecipando attivamente nei dibattiti che nonostante i 40 anni passati sono ancora molto attuali.
A queste si uniscono anche le testimonianze di personaggi come Massimo Teodori relatore della relazione di minoranza della commissione parlamentare sulla P2, nonché storico e profondo conoscitore in quanto membro di innumerevoli commissioni. Di Giuliano di Bernardo gran maestro del grand oriente d’Italia negli anni 90, Anna Vinci biografa di Tina Anselmi, Giuseppe Scognamiglio professore di geopolitica storico e presidente eastwest european institute, Alessandro Biz giornalista e amico di Gelli, Albertina Soliani senatrice e amica di Tina Anselmi e i giornalisti Marco Scotti e Gianluca Versace.
L'idea del regista
Chiavalin, unendo le loro testimonianze e dai documenti messi a disposizione da Istituto Luce, Rai Teche e parte da archivi storici di fonti governative statunitensi tramite C.
P, ha voluto raccontare una parte importantissima della storia politica del nostro Paese e di come tutto sia scaturito nel dopoguerra con l’avvento della guerra fredda, in un momento storico in cui tutto era a rischio, per dare modo a chi guarderà il film, di farsi una idea più precisa di come sia debole la nostra democrazia e di come, negli anni e ancora oggi, subisca tutta una serie di influenze esterne a quello che dovrebbe essere il legittimo governo del nostro Paese e di buona parte dei paesi del mondo intero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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