La città dei fantasmi, da Donna Olimpia a Goethe

Valeria Arnaldi

Dal primo novembre al 6 gennaio. Questo, secondo la tradizione capitolina, è il periodo in cui più facilmente si possono vedere spettri, fantasmi e demoni. Le occasioni non dovrebbero mancare a giudicare dall’alto numero di «presenze» per le quali la Città eterna vanta un vero e proprio primato, noto anche all’estero. Non c'è quartiere senza fantasmi. Si comincia al Muro Torto o Muro Malo, dove sorgeva un cimitero di gente di malaffare. La pianta cinquecentesca di Roma indica qui anche la tomba di Nerone: suicida, sarebbe stato sepolto dalle nutrici, che, sul punto, piantarono un noce, sede poi di raduni demoniaci ai quali avrebbe partecipato lo spettro imperiale. Nel 1099 Papa Pasquale II fece segare l’albero, gettare le ceneri lì rinvenute nel Tevere ed erigere Santa Maria del Popolo. Qui gli spiriti dei carbonari Montanari e Targhini - decapitati nel 1825 in piazza - rivelano ai coraggiosi i numeri del lotto. Presso la chiesa, inoltre, Cristina di Svezia. Nel Mausoleo, in piazza Augusto Imperatore, tra le presenze c’è appunto anche quella di Augusto, che, amante della musica, fu visto spesso nel teatro che sormontò la struttura dal Settecento al 1936. A fargli compagnia Cola di Rienzo, qui mutilato e bruciato, che appare anche all’Ara Coeli. Lungo percorso per Lorenza Feliciani, moglie di Cagliostro: va incappucciata da piazza di Spagna a Trastevere per espiare la colpa di averlo denunciato al Sant’Uffizio. Lui fu rinchiuso a Castel Sant’Angelo, lei nel monastero di Sant’Apollonia, in cui aveva vissuto la Fornarina dopo la morte di Raffaello, di cui era modella e amante. La donna porterebbe ancora fiori sulla tomba del pittore al Pantheon. La Rotonda è nota per storie «infernali», tra le quali l’apparizione di Umberto I, che, nel 1930, avrebbe dato un messaggio al carabiniere di guardia, lasciando, a riprova del fatto, una striatura sulla sua giacca. Berenice, amante di Tito, lo attende al Portico d’Ottavia. Messalina è al Pincio. Imperia, che posò per la Galatea di Raffaello, è a Villa Celimontana. Erodiade, moglie di Erode Antipa, che, per sua richiesta, fece decapitare San Giovanni la notte tra il 23 e 24 giugno, riunisce streghe al Laterano, dove vaga Salomè. Sotto la Scala Santa dorme «er Nocchilia»: si sveglierà al Giudizio Universale per indicare l’Anticristo. In Via dell’Anima c’è Costanza. Delle sue mani, di grande bellezza, un artista fece il calco. Un mago, guardandolo, predisse la precoce fine della dama, che, puntasi con un ago, morì per l’infezione. La luna, riflessa sui vetri di Palazzo De Cupis, mostrerebbe le mani della donna. Accusata, con madre e fratelli, di aver ucciso il padre, Beatrice Cenci fu decapitata a Ponte Sant’Angelo, dove vaga tenendo in mano la sua testa. Corsa sfrenata per Olimpia Pamphili, la Pimpaccia. Alla morte di Papa Innocenzo X, di cui era cognata e, forse, amante, scappò con le sue ricchezze. Per la leggenda, la carrozza cadde nel Tevere. C’è, però, chi giura di aver visto lo spettro portato via dai diavoli, in un vicolo di via Aurelia. Non mancano palazzi infestati: la Galleria Borghese da Paolina e Scipione, l’Accademia di San Luca da un’anonima dama del ’500, il Keats and Shelley Museum dai due poeti, Palazzo Firenze da Lorenzo de’ Medici. Goethe è in via del Governo Vecchio, Bartolomeo Pinelli cerca l’osteria preferita in via del Lavatore. Al Colosseo ci sono gladiatori e belve. Li ricorda Benvenuto Cellini: «Comparvero parecchie legioni (di diavoli) di modo che il Culiseo era tutto pieno». Al Campidoglio, nelle prigioni del palazzo Senatorio, si aggirava, nel Settecento, un senatore di Giulio Cesare. Lo spettro di un frate, a Montecitorio, colpisce chi dica parolacce. Doppia sede per Satana. A Santa Sabina sarebbero visibili i segni delle dita infuocate su una pietra che scagliò a San Domenico, e, a volte, il demonio stesso. Nella Chiesa del Gesù, ordinato al vento di attenderlo fuori, Satana sarebbe rimasto imprigionato: ecco perché la piazza è ventosa. In via San Calepodio, a Monteverde, il settecentesco marchese de Marchettis replicherebbe periodicamente il suicidio. A Villa Stuart, in via Trionfale, Emmeline Stuart e Lord Allen, appassionati di occultismo, impazzirono per le «visioni». Dopo la scomparsa di Allen, Emmeline dichiarò di dormire con la mano nel muro per tenere quella dell’amante. Oltre la parete, abbattuta, sarebbe stato rinvenuto il corpo dell’uomo. La villa sarebbe tuttora infestata. A Campo Marzio, ogni notte, si radunano gli spiriti buoni.

Il rapporto con l’aldilà, nella capitale, è molto stretto: ogni antica famiglia romana vanta i suoi spiriti. Non stupisce, quindi, che una lapide in Santa Maria del Popolo mostri uno scheletro in gabbia. Messa «la morte in prigione» - è il nome popolare - vivi e fantasmi se ne vanno insieme per le vie della città.

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