Assegno di inclusione, occhio a questi errori. Così te lo tolgono immediatamente

Ecco quali sono i casi di violazioni degli accordi per cui può essere revocato

Assegno di inclusione, occhio a questi errori. Così te lo tolgono immediatamente
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Esattamente come accadeva ai beneficiari del reddito di cittadinanza, anche i percettori dell'assegno di inclusione devono stare attenti a rispettare una serie di norme e di obblighi al fine di non vedersi revocare la misura di punto in bianco.

L'ideale è quindi essere perfettamente a conoscenza delle varie clausole, e non solo per evitare di perdere il beneficio e quindi di dovere rifare daccapo l'intera procedura, ma anche per il fatto che in caso di violazione degli accordi in alcuni casi può essere richiesta la restituzione delle somme percepite in modo indebito.

A cosa stare attenti

Considerando che i beneficiari "sono tenuti all'obbligo di adesione e alla partecipazione attiva a tutte le attività formative, di lavoro, nonché alle misure di politica attiva", il sussidio prevede la collaborazione con i servizi sociali comunali oppure coi servizi per il lavoro. I percettori devono quindi presentarsi per il primo appuntamento presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del patto di attivazione digitale: in caso contrario l'assegno decade. Allo stesso modo sono obbligati a partecipare al Percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa e devono rispondere alle convocazioni dei servizi per il lavoro, pena anche in questo caso la perdita del beneficio.

La misura viene ovviamente revocata qualora anche solo uno dei beneficiari si rifiuti di sottoscrivere il Patto di inclusione coi servizi sociali o il Patto di servizio personalizzato coi servizi per il lavoro, non prenda parte ai vari percorsi di formazione o qualificazione che sono inseriti nel Percorso personalizzato, non frequenti corsi funzionali all'obbligo di istruzione o decida di non accettare una proposta lavorativa ritenuta congrua.

Ovviamente ci sono delle eccezioni per le quali la misura non decade, vale a dire quando è rilevabile un giustificato motivo. Se per una delle sopra citate violazioni il sussidio dovesse essere revocato, il cittadino potrà inoltrare una nuova istanza non prima dei sei mesi dal decadimento.

Lavoro

L'assegno di inclusione è compatibile col lavoro, ed è cumulabile entro e non oltre i 3mila euro di reddito. Anche in questo caso, comunque, bisogna rispettare una serie di obblighi, a partire dall'informare l'Inps della propria nuova attività tramite modello Adi-Com entro 30 giorni dall'accordo, e questo a prescindere da quello che potrebbe essere il compenso che si andrà a percepire.

Questo vale sia per il lavoro subordinato che per quello autonomo. In quest'ultimo caso la comunicazione va inviata entro il giorno precedente l'avvio dell'attività: l'Inps andrà poi informato del reddito percepito dal beneficiario ogni tre mesi. Per chi viola queste norme o svolge lavoro in nero arriva in automatico il decadimento della misura.

Reddito e patrimonio

Il sussidio decade quando si superano i limiti reddituali anche durante il periodo di fruizione, cosa che viene certificata dalla presentazione di un nuovo Isee o del modello Adi-Com. Vi è un altro caso in cui si può perdere l'assegno, ovvero qualora si diventi beneficiari di una donazione o si erediti un immobile: il diretto interessato ha 15 giorni di tempo per comunicare tali variazioni tramite modello Adi-Com.

Nucleo familiare

L'annullamento del sussidio si verifica anche se non vengono tempestivamente comunicate all'Inps le variazioni relative al nucleo familiare di riferimento. Se la famiglia perde un membro o si allarga bisogna presentare infatti una Dsu ai fini Isee entro e non oltre 30 giorni dalla modifica: a parte una nuova nascita o un lutto in famiglia, in genere il beneficiario deve poi ripresentare nuova istanza

Sono invece 15 i giorni di tempo per comunicare con modello Adi-Com se nel frattempo in famiglia vi sono membri in strutture a carico dello stato, sia che si tratti di detenzione in carcere che di

ricovero in istituti di cura a lunga degenza. Infine in caso di dimissioni dal lavoro di uno dei mebri del nucleo beneficiario dell'assegno il beneficio decade, ad eccezione delle situazioni in cui è rilevabile una giusta causa.

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