
L'acrobata Maurizio Landini compie il triplo salto mortale sull'Ucraina. La Cgil sarà in piazza il 15 marzo prossimo alla mobilitazione indetta da Michele Serra in difesa dell'Europa. Ma con il distinguo: no al riarmo. Il parto è stato lungo e travagliato. L'eccitazione di Landini, per non perdere un'occasione di visibilità, è troppo forte. Anche a costo di aprire una spaccatura nel sindacato. Il «Landini politico» fa infuriare il popolo della Cgil che di andare in piazza con Calenda non ne vuole sapere. La posizione ambigua del capo del sindacato è riassunta nella sua lettera consegnata a Repubblica per annunciare la partecipazione alla manifestazione del 15 marzo: «Considero ancora valido l'insegnamento di Enrico Berlinguer: se vuoi la pace, costruisci la pace. Come dice Zagrebelsky, dobbiamo scegliere tra un'Europa che preservi le sue ragioni fondative e una che, attraverso la guerra, le dimentichi. Noi intendiamo difendere la prima tra queste, un'idea di Europa alternativa a quella che ci stanno propinando in questi giorni, portandola il 15 marzo a Roma in Piazza del Popolo con la partecipazione della Cgil. So bene che non ci sarà un unico punto di vista in quella piazza ma proprio per questo sento il dovere di portare quello per cui da sempre la Cgil è impegnata e, raccogliendo l'invito della sindaca di Perugia, saremo in piazza anche con le bandiere della pace» scrive Landini. E dunque, tutta l'ipocrisia è svelata. In piazza per l'Europa che si riarma ma contro le armi. Posizione molto simile a quella di Elly Schlein. E anche nel sindacato la decisione scatena uno scossone. Eliana Como, leader dell'opposizione interna a Landini, esce allo scoperto e mette agli atti tutto il disappunto: «La CGIL infine ha deciso, partecipa alla manifestazione di Serra del 15 marzo: dopo una settimana di totale disorientamento, la montagna ha partorito il topolino. Non è una adesione vera e propria e credo che le pressioni sollevate in questi giorni siano servite a evitare almeno questo. Ma la partecipazione non mi fa arrabbiare di meno. Perché non segna la differenza. Avrei voluto dalla Cgil la chiarezza e il coraggio che ha avuto l'ARCI (grazie Arci!). E, un minuto dopo, la forza di promuovere un percorso di mobilitazione alternativo a quello di Repubblica, cristallino, per la pace e contro gli 800 miliardi alle armi di von der Leyen. In tante e tanti abbiamo già detto che NON parteciperemo il 15 marzo a quella piazza. Lo ribadisco. E, per quanto mi riguarda, chi parteciperà, a questo punto, non lo farà a mio nome. Se ci sarà, come pare, una manifestazione radicalmente alternativa a Roma su parole d'ordine chiare e condivisibili, in tante e tanti saremo lì»- scrive su Facebook la dirigente Cgil. A giudicare dai commenti che seguono al post della Como la base si schiera contro il segretario Landini.
Piovono insulti e defezioni contro la scelta di andare in piazza a sostegno del piano di von Der Leyen di varare un piano da 800 miliardi per riarmare i Paesi dell'Ue. Oggi Landini sarà a Roma per una conferenza stampa alla sala stampa estera con Riccardo Magi di Più Europa sul referendum mentre domani i comitati incontreranno la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.
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