Accogliere il nuovo anno e dire addio a quello appena concluso è un rituale che ha in sé una forma di scaramanzia persino salutare. Rendere rischioso questo rito di passaggio è poco scaltro per l’incolumità e oltremodo dannoso per l’ambiente.
I controlli delle autorità si intensificano proprio a cavallo tra il Natale e Capodanno ed è sufficiente dare un’occhiata alla cronaca per comprendere la portata del fenomeno, che interessa ogni anno tanto il Nord quanto il Sud del Paese.
Ogni anno, poi, si contano feriti e vittime.
Botti illegali, quali sono
Nomen omen, il nome è spesso un presagio. Quando i nomi dei botti evocano personaggi famosi: da circa tre lustri appare a fasi alterni la “bomba Osama”, un ordigno a tutti gli effetti che contiene esplosivo a basso potenziale.
Sempre seguendo la nomea di personaggi illustri, dal 2017 si è diffuso “Kim o’ coreano”, strumento pirotecnico che prende spunto dalla passione del leader nordcoreano per le armi nucleari.
Altri botti illegali cambiano nel nome ma non nella sostanza. Sono spesso ispirati a giocatori di calcio in auge, quest’anno tra quelli più diffusi c’è la “bomba Kvara”, che prende in prestito il nome dell’attaccante georgiano del Napoli, Khvicha Kvaratskhelia.
Rimanendo nel mondo del pallone, c’è un evergreen: la “bomba Maradona” è in circolazione da decenni e ha riguadagnato popolarità negli ultimi anni, da quando il campione argentino è purtroppo deceduto (il 25 novembre del 2020).
Altri nomi ormai noti a causa della loro circolazione sono:
- Cipolla
- Caramella
- Girandola lanterna rossa
- La bomba di Donald Trump
- Mezza botta
Vuoi per la loro forma esagerata e spesso palesemente artigianale, vuoi per i nomi evocativi, riconoscere un botto illegale è tanto facile quanto evidente. Inoltre, per essere regolamentari, i fuochi d’artificio devono riportare il marchio CE, ossia la garanzia di ottemperamento alle norme comunitarie.
Le sanzioni
Sono molte le città italiane nelle quali, a prescindere dalla loro legalità, i sindaci hanno emanato ordinanze per vietare l’uso dei fuochi d’artificio o limitarli in zone circoscritte del territorio.
Se ci si attende che le autorità siano abbastanza accomodanti per consentire ai cittadini di festeggiare, la caccia ai botti illegali continua senza sosta. Chi li produce e li vende è punibile, stando ai sensi dell’articolo 678 del Codice penale, con ammende fino a 247 euro ma anche con l’arresto da 3 a 18 mesi.
Chi ne fa uso, così come riferisce l’articolo 703 del Codice penale, può essere oggetto di un’ammenda fino a 103 euro. Cosa questa che si può estendere anche ai fuochi d’artificio legali se accesi laddove un’ordinanza cittadina ne vieta l’uso.
Il Wwf, inoltre, sensibilizza i cittadini stilando l’elenco degli animali che perdono la vita proprio a causa dei rumori molesti che li destabilizzano o che provocano in loro altri tipi di disfunzioni fisiche.
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