Buone notizie sulle buste paga del mese di gennaio: chi ha già potuto osservare avrà visto degli aumenti degli importi grazie al taglio fino al 3% della relativa quota contributiva che scende dal 9,9% al 6,9%. A essere privilegiati saranno soprattutto i lavoratori che guadagnano fino a 1.923 al mese per i quali la riduzione sarà massima (e aumenti maggiori).
Ecco gli incrementi
Analizzando il caso specifico, come spiega l'Inps si otterrano 58 euro lordi rispetto alle buste paga ottenute in precedenza mentre, chi arriva a guadagnare tra 1.923 euro e 2.692 euro al mese, l'importo complessivo massimo sarà di 54 euro lorde. Possono sembrare aumenti non eccessivi ma per le casse statali il costo complessivo è quasi di cinque miliardi di euro. Come fa sapere l'Ente, queste regole riguardano tutti i dipendenti del lavoro pubblico e privato ma non saranno inclusi, invece, i lavoratori domestici che avranno aliquote minori.
Come detto, sulla cifra più bassa il taglio dell'aliquota sarà maggiore e quindi di tre punti percentuale: IlMessaggero ha calcolato che su stipendi bassi di 1.200 euro mensili, l'aumento sarà di 36 euro invece dei 24 euro di prima con un guadagno netto pari a 28 euro compresa la tredicesima. Su buste paga che invece arrivano a circa 1.900 al mese, si troveranno circa 38 euro nette ed è la fascia, come spiegato prima, che otterrà gli aumenti maggiori. Sopra la soglia di duemila euro lorde, invece, percepirà circa 36 euro nette in più "sempre in confronto alla situazione in cui l’esonero contributivo non era in vigore", si legge sul quotidiano. Chi guadagnia 2.692 ogni 30 giorni per un totale di 35mila euro l’anno percepirà 54 euro lordi in più, circa 30 euro netti.
Il calcolo su base mensile
L'Inps spiega inoltre che questo meccanismo sarà mensile: cosa significa? Che se le buste paga dovessero superare per qualsiasi motivo le soglie, il beneficio sarebbe ridotto a due punti ma potrebbe anche scomparire. Questo aspetto riguarda soprattutto i lavoratori che dovessero avere degli aumenti dovuto a lavoro straordinario ma anche ad altre ragioni: a quel punto, lo stipendio risulterà uguale a quello di prima ma potenzialmente anche inferiore perché non godrà dei benefici relativi al taglio dell'aliquota contributiva.
Grazie al governo Meloni, questi aumenti sono previsti per tutto il 2023 aiutando soprattutto coloro i quali guadagnano meno. L'obiettivo finale, però, è riuscire a portare lo sgravio fiscale fino a cinque punti percentuali (rispetto ai tre di oggi) con maggiori benefici ai cittadini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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